Un gruppo di scuole spagnole elimina voti ed esami. Ecco perché

Un gruppo di scuole della Spagna ha completamente abbandonato il sistema educativo tradizionale e ha eliminato i compiti, gli esami e gli orari. Sono così riusciti ad avere alunni più motivati, che vogliono andare a scuola anche con la febbre.

Un gruppo di scuole spagnole elimina voti ed esami. Ecco perché

In Spagna un gruppo di scuole ha osato eliminare consegne, esami, orari e compiti dal suo sistema educativo. Ora, a un anno dall’implementazione del nuovo metodo, i risultati pare siano sorprendenti: i bambini che si fingevano malati per saltare le lezioni, adesso vogliono andare a scuola con la febbre e anche di sabato.

Non hanno compiti, però arrivano a casa talmente motivati che continuano a lavorare. Non smettono di lavorare perché sono coinvolti, si sentono protagonisti, imparano facendo e criticando. Gli alunni di 3 anni, per esempio, hanno triplicato l’uso delle parole rispetto al sistema tradizionale, semplicemente perché interagiscono tra di loro anziché stare attenti a quello che dice l’insegnante.

E i professori confessano di aver riscoperto la loro vocazione.

Ebbene sì, un gruppo di docenti spagnoli ha deciso di andare contro corrente nel mare dell’insegnamento. “Non si tratta di una protesta“, precisano i responsabili del progetto, ma di una rivoluzione intrapresa con l’obiettivo di porre fine alla demotivazione dei loro studenti. “La colpa non era la loro, ma del sistema educativo, che non si è evoluto, non si è messo al passo con i tempi”, si è continuato a insegnare come si faceva agli inizi del XX secolo, senza considerare che intanto gli alunni erano completamente cambiati.

Per questo un gruppo di spagnoli che amministra otto scuole con più di 13.000 alunni, hanno preso il controllo della situazione e hanno implementato un nuovo modello chiamato Horitzòe 2020. Inizialmente è stato applicato in tre istituti, nei corsi di 3 e 4 anni, nel quinto livello della Primaria e primo della Secondaria (10 a 12 anni), e ha trasformato le aule in grandi sale per il lavoro di gruppo.

Secondo quanto riportato dal quotidiano ABC.es, sono state buttate giù pareti per ottenere spazi più ampi e pieni di colore, di luce e con tavoli con le ruote. In questo modello non esistono materie prese singolarmente, ma si combinano progetti che gli alunni devono sviluppare nell’arco della giornata: per esempio, un progetto sulle popolazioni indigene permette di imparare storia, geografia, religione e arte allo stesso tempo. “Imparano molto meglio se vedono che ciò che imparano ha un’applicazione pratica”, afferma Xavier Aragay, direttore generale della fondazione.

Ogni gruppo di 60 alunni, è accompagnato durante tutto il giorno da tre professori, che li assistono nei progetti a cui lavorano. Non esistono orari, i bambini escono quando sono stanchi.

“Insegnare non è solo trasmettere le conoscenze”, sottolinea il direttore generale aggiunto, Josep Menéndez. “Abbiamo trasformato l’istruzione affinché l’alunno si senta il protagonista e scopra qual è il suo progetto di vita, cosa vuole fare nella vita e aiutarlo a riflettere perché vivrà in un’epoca che lo sconcerterà”, insiste Aragay.

Secondo i responsabili del progetto, i problemi di disciplina si verificano quando i bambini devono stare zitti e fermi. “Qui non devono esserlo, primo perchè stanno lavorando in gruppo per risolvere progetti e secondo perchè possono andare dove vogliono. Pertanto i problemi di disciplina spariscono”, spiega Aragay.

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