Un concorso mondiale per dare i nomi ai pianeti di Trappist-1

Sui sette piccoli pianeti appena scoperti ci sarebbero le condizioni ideali per trovare l'acqua allo stato liquido e quindi per probabili nuove forme di vita. Prima però avrebbero bisogno di un nome.

Un concorso mondiale per dare i nomi ai pianeti di Trappist-1

Notizia eccezionale quella di ieri sera in cui la NASA ha annunciato di aver scoperto un nuovo sistema solare molto simile al nostro, costituito da 7 pianeti che orbitano intorno ad una Stella Nana Rossa (grande un decimo del nostro Sole), che è stata ribattezzata Trappist-1.

Trappist è l’acronimo di TRAnsiting Planets and PlanetesImals Small Telescope-South ed è il nome del telescopio che ha scovato questo piccolo sole, il quale dista da noi “appena” 39 anni luce, ossia ben 407 miliardi di chilometri!

Se pensiamo che dietro questa fantastica scoperta c’è l’università Belga di Liegi, allora il nome Trappist ci potrebbe far pensare all’ordine dei monaci cistercensi celebri per i loro prodotti artigianali come vino, olio ma soprattutto Birra: i Trappisti appunto. Ipotesi che potrebbe sembrare una battuta e invece si è davvero voluto rendere omaggio ad un prodotto belga famoso in tutto il mondo.

E questa è la premessa che rende divertente l’idea dell’Unione Astronomica Internazionale: quella di indire un mega concorso aperto a tutti gli appassionati di astronomia e/o associazioni astrofile (solo del nostro mondo però), al fine di trovare i nomi per i sette pianeti “trappisti”.

Saranno quelli di sette birre? O di sette santi famosi? O magari quelli dei sette nani? L’importante, dice Piero Benvenuti segretario generale della IAU, è che i nomi proposti seguano le linee guida stabilite per la nomenclatura celeste: “nomi di luoghi, personaggi storici e mitologici di tutto il mondo, purché siano universalmente riconosciuti e non generino controversie di tipo politico, religioso o culturale”.

Per ora, quindi, gli anonimi pianetini devono accontentarsi di essere identificati con le semplici lettere dell’alfabeto (b, c, d, e, f, g, h) ma in futuro potranno avere dei nomi veri e propri e magari noi, tra circa 15 anni quando si studierà la loro atmosfera e superficie, sapremo per la prima volta se davvero esistono altre forme di vita nell’universo “vicino” a noi.

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