La pandemia di Covid-19 non è ancora terminata, per questo le autorità internazionali stanno continuando a sensibilizzare la gente sul rispetto delle regole anti coronavirus. Se da una parte è vero che con le vaccinazioni il numero di infetti, ma anche di morti, sta sensibilmente calando, dall’altra ci sono le varianti che preoccupano gli esperti, in particolare quella indiana nota anche con il nome di “Delta”. Si tratta di un ceppo molto contagioso, addirittura del 60% in più rispetto alla variante “Alpha”, quella inglese.
Un esempio di quanto possa essere pericolosa questa variante è la situazione che si sta verificando del Regno Unito, dove in queste ultime settimane il numero di contagiati è sensibilmente aumentato. Gli esperti temono che la variante indiana sia resistente anche ai vaccini attualmente in circolazione, anche se su questo particolare c’è bisogno di effettuare ancora studi approfonditi. Per questo il Governo di Boris Johnson, nella giornata di oggi ha comunicato che il programma di riapertura totale slitterà di un mese. Invece del 21 giugno, adesso il “freedom day” viene spostato al 19 luglio. Per quella data ogni restrizione dovrebbe cessare.
Paura anche in Italia
Johnson ha spiegato che l’Esecutivo di Londra ha deciso di rinviare le aperture in via del tutto precauzionale, questo in modo da consentire anche alle autorità sanitarie di vaccinare tante altre persone, ed essere vicini a quella che viene definita una sorta di immunità di gregge. Attualmente le restrizioni nel Regno Unito sono state allentate.
Bar, pub e ristoranti potranno continuare a lavorare con un numero limitato di ospiti, sia all’interno che all’esterno dei locali. Nel Paese di “Sua Maestà” sono state somministrate fino ad oggi 70 milioni di dosi di vaccino. Le restrizioni prevedono la chiusura al pubblico di locali notturni e discoteche.
Il Premier quest’oggi ha sottolineato di come ci sia bisogno di un ulteriore ultimo sforzo per poter superare questo momento difficile per tutti. E la variante indiana è stata riscontrata purtroppo anche in Italia. Preoccupa ad esempio la situazione in Puglia, precisamente a Brindisi, dove sono stati segnalati ben 12 casi di variante indiana e si teme possano aumentare nei prossimi giorni. I focolai registrati nella città adriatica e provocati da questa mutazione sono ben due.