La storia che stiamo per raccontare lascia sgomenti, annichiliti e basiti per la ferocia e la cattiveria con cui è avvenuta. Si svolge nel Regno Unito con protagonista un bambino di 6 anni che è torturato e ucciso dal padre e dalla matrigna. Oltre alla morte consumata con ferocia, il bambino esclama: “Nessuno mi ama e nessuno mi dà da mangiare”. Sono urla strazianti di dolore che raccontano l’ennesimo infanticidio.
Le parole strazianti e di dolore pronunciate dal bambino sono state raccolte dalla polizia delle West Midlands insieme ad altri audio e video che descrivono i momenti agghiaccianti vissuti da questo bambino a opera del padre di 29 anni e della matrigna di 32 che si sono scagliati su di lui fino a ucciderlo.
In base alle indagini effettuate, il bambino sarebbe morto in seguito a una lesione cerebrale dovuta ad atroci sofferenze e crudeltà in ciò che gli stessi esperti hanno definito come tortura infantile. I video in possesso della polizia sono stati registrati dalla stessa donna che poi li ha inviati al padre del bambino.
In base a quanto racconta il New York Post, la matrigna avrebbe più volte torturato e picchiato a morte il bambino attendendo almeno dieci minuti prima di chiamare i soccorsi ai quali ha raccontato che il piccolo non respirava dopo aver sbattuto violentemente la testa sul pavimento. Non appena sono giunti i soccorsi, il bimbo era privo di sensi per poi morire il giorno successivo in ospedale.
In base agli esami effettuati dai medici, il bimbo sarebbe morto in seguito a un trauma cranico dopo essere stato scosso con violenza, dopo aver sbattuto la testa sul pavimento. Sempre il referto medico parla di avvelenamento con dosi elevate di sale per cui non avrebbe potuto reagire. Negli audio raccolti dalla Polizia, il bambino ripete le seguenti parole: “Nessuno mi ama” oppure “Nessuno mi darà da mangiare” o ancora “Papà mi butta dalla finestra”.
La Polizia ha anche visionato i filmati che mostrano il bambino con indosso la stessa tutina per il quinto giorno consecutivo e che ha delle difficoltà a piegare il piumone, oltre a piangere e lamentarsi.