Nelle prime ore del 24 febbraio, le truppe russe attraversavano il confine con l’Ucraina. Il giorno successivo, 50.000 ucraini lasciavano le loro case per cercare rifugio nei Paesi vicini, secondo i dati dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR). Una settimana dopo, il numero è salito a 1.045.000 ucraini sfollati a causa della guerra, la maggior parte dei quali donne e bambini. Solo martedì, più di 190.000 persone hanno lasciato il Paese, 6.000 ogni ora.
La metà di questi rifugiati ha attraversato i confini della Polonia, dove risiede già una vasta comunità di ucraini. Altri 133.000 sono arrivati in Ungheria e il resto è distribuito in altri paesi. Ma è solo l’inizio. Secondo l’UNHCR, fino a quattro milioni di persone potrebbero lasciare l’Ucraina. La Commissione europea, che stima che i potenziali rifugiati possano essere sette milioni, si prepara a gestire una crisi senza precedenti.
Il trasporto terrestre è diventato la principale via di fuga da quando lo spazio aereo è stato chiuso. Nei giorni scorsi, l’Ukrzaliznytsia, la società che gestisce il servizio ferroviario ucraino, ha chiesto la creazione di un corridoio umanitario sicuro per l’evacuazione dei civili. Secondo le mappe in cui l’ente raccoglie lo stato della rete, almeno due stazioni hanno subito danni durante il conflitto e più di 20 sono fuori servizio.
In condizioni normali, il viaggio da Kiev alla Polonia richiederebbe circa 10 ore. Ora, solo attraversare il confine può significare un’attesa di 60 ore in più, come ha detto dichiarato il portavoce dell’UNHCR, Shabia Mantoo. Le code per raggiungere la Romania hanno superato i 20 chilometri e, secondo le stime dell’UNHCR, percorrere i 60 chilometri che separano la Moldavia dalla capitale ucraina potrebbero richiedere 24 ore. Il già difficile esodo è complicato dalle temperature a Kiev comprese tra -1 e -6 gradi centigradi e dai controlli ai posti di frontiera, le cui guardie cercano di assicurare che gli uomini tra i 18 e i 60 anni non lascino il paese.
Una sfida per l’Unione Europea
La crisi della Crimea nel 2014 ha costretto quasi quattro milioni di persone ad abbandonare le proprie case in un paese di 44 milioni. Un anno dopo, 1,6 milioni di persone erano fuggite dalla regione, principalmente in altre aree del paese controllate dal governo. Il conflitto ha interessato allora solo una regione, ma ora è probabile che l’invasione russa raggiunga più parti del territorio, costringendo i profughi a fuggire all’estero.
Nel contesto attuale, diversi paesi europei stanno semplificando le procedure di accoglienza dei rifugiati ucraini in risposta alla decisione dell’UE di attivare una direttiva per l’accoglienza illimitata e la concessione di permessi di soggiorno temporanei. Oltre a facilitare l’accesso, la norma prevede che gli sfollati dispongano di una sistemazione adeguata.