Ucraina: le bombe colpiscono un ospedale, muore un neonato. La madre è viva

In Ucraina si continua a combattere e morire con l'ennesimo attacco che porta via a una neomamma il suo figlio di appena due giorni mentre lei riesce a salvarsi.

Ucraina: le bombe colpiscono un ospedale, muore un neonato. La madre è viva

Il conflitto ucraino – russo continua, nonostante siano passati ormai 9 mesi. Sono 9 mesi di lotte, di bombardamenti, di morti, soprattutto civili che, oltre alle condizioni della guerra, devono anche sopportare le temperature gelide e il freddo. Le bombe russe che sono esplose in Ucraina hanno colpito un ospedale dove un neonato di due giorni ha perso la vita, mentre la madre è stata estratta viva tra le macerie. 

Nonostante intorno vi sia solo morte e dolore, una madre di Vilnianska, nei pressi di Zaporizhzhia, è riuscita a dare alla luce suo figlio, una piccola luce nel buio. Una luce che purtroppo si è spenta quasi subito a causa dei bombardamenti che si sono abbattuti, a causa dei russi, sull’ospedale dove la donna aveva appena partorito. 

Il neonato, di appena 2 giorni, è morto la notte scorsa a causa delle bombe russe appena lanciate. L’attacco dei missili da parte delle forze russe ha colpito proprio l’ospedale nella parte sud-orientale e per il bambino, purtroppo, non c’è stato nulla da fare. Durante la notte, è stata colpita la città di Vilnianska causando morte e distruzione, come ormai succede spesso in quei territori.

Quando le bombe russe hanno attaccato l’ospedale la madre era accanto a suo figlio con il medico per accertarsi anche delle condizioni del piccolo giunto da poco alla luce. Il medico ha fatto, come avviene in questi casi e secondo la prassi, una visita di routine per poi essere preda dell’esplosione. 

La giovane donna, al momento dell’esplosione, è riuscita a salvarsi e, insieme al medico, è stata estratta viva dalle macerie. La donna ha riportato alcune ferite che sono guaribili in pochi giorni, ma non è in pericolo di vita. Al momento, non si segnalano altre vittime, eccezion fatta per il bambino che è morto e non ce l’ha fatta.

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