Uccisa per aver trovato foto pedopornografiche sul PC del marito, condannato al carcere a vita

È accaduto a Sunderland, cittadina portuale dell'Inghilterra nord-orientale, ove un uomo ha accoltellato per 23 volte ed ucciso la moglie, rea di aver scoperto la sua passione per la pedopornografia, la violenza sessuale, e le fantasie porno estreme.

Uccisa per aver trovato foto pedopornografiche sul PC del marito, condannato al carcere a vita

Avevano una tenera casetta, due splendidi bambini, ed erano giovani e belli: sembravano quasi la réclame di una felice famiglia del Mulino Bianco, ma la realtà che si celava dietro una coppia inglese era ben diversa, e si è conclusa nella tragedia con l’uccisione di lei ad opera del marito, vistosi scoperto nella sua duplice vita di uomo irreprensibile e pedofilo con fissazioni sessuali. 

La storia, riportata nelle scorse ore dal quotidiano romano “Il Messaggero”, riguarda una vicenda capitata nella cittadina portuale inglese del Sunderland (nota per aver dato i natali all’inventore della lampadina, il fisico Joseph Swan, e al membro degli Eurythmics, David Stewart) ad una coppia come tante altre, con 2 figli, costituita da Adam, 35 anni, e Julie Parkin, una maestra di 39 anni.

Un giorno di fine Giugno, il 29 per la precisione, Julie trovò sul PC del marito ben 3 foto a sfondo sessuale con protagonista un ragazzino, e – scossa dalla questione – affrontò il marito, di ritorno da un viaggio di lavoro a Londra: la discussione, feroce, nata all’aperto, si concluse in salotto, ove Adam – per la paura di essere smascherato – pugnalò la moglie per ben 23 volte, con un grosso coltellaccio da cucina, in varie parti del corpo (addorme, e collo) sino a lasciarle la lama infilzata nella fronte. A quel punto, trascinò il corpo della consorte in cucina e, montato sulla sua Mazda, corse al commissariato più vicino per costituirsi, spiegando che la moglie era rimasta addolorata dal capire la sua vera natura e che lui, avendo sicuramente qualcosa di sbagliato in sé, avrebbe dovuto uccidere se stesso.

Da quel momento, per far luce sui retroscena di quella che solo apparentemente era apparsa come una famiglia felice, iniziarono le indagini che hanno portato alla scoperta – sui device di Adam – di 3 video osceni sullo smartphone, oltre – sul PC – a foto di bambini seviziati in Cambogia, o a schetch porno (indicativi delle fantasie dell’uom) in cui delle maestre venivano violentate o costrette ad assistere a scene hard. Anche il PC della donna, a ben vedere, nascondeva chiari segnali dell’incipiente tragedia (secondo il capo ispettore Lisa Theaker), visto che Julie aveva cercato diverse volte consigli su cosa fare nel caso il partner le tributasse scarso affetto, o esercitasse un eccessivo controllo sui vari aspetti della sua vita. 

Il tribunale locale, e questo ha riproposto la vicenda presso i media inglesi e internazionali, si è pronunciato proprio nelle scorse ore, condannando l’uomo al carcere a vita

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