Il governo italiano sta valutando un ambizioso piano per rafforzare le proprie capacità difensive attraverso l’arruolamento di 30.000-40.000 nuovi militari. L’obiettivo è quello di incrementare il numero delle forze militari fino a circa 135.000 unità, compresi i militari ordinari e non riservisti. Questo progetto, su cui sta lavorando lo Stato Maggiore della Difesa sotto la direzione del ministro Guido Crosetto, si inserisce in una strategia a lungo termine che potrebbe svilupparsi nell’arco di 5-8 anni, o persino oltre.
Secondo quanto riportato da “La Stampa” e “La Repubblica“, il rafforzamento dell’esercito italiano risponde alla necessità di colmare il divario generato dal disimpegno dei governi precedenti nel settore della difesa. Il piano prevede una ristrutturazione complessiva del comparto, che non si limita solo all’arruolamento di nuove truppe, ma coinvolge anche l’intero apparato industriale legato alla difesa. Tra gli elementi critici figurano il reperimento delle forniture di acciaio, le componenti elettroniche e meccaniche necessarie per la modernizzazione dell’equipaggiamento militare.
Un altro fattore determinante è la formazione di nuove leve. Il percorso di addestramento richiede tempo e risorse, rendendo inevitabile una pianificazione su tempi medio-lunghi. In questo contesto, il governo italiano potrebbe valutare l’accesso ai fondi stanziati dalla Commissione Europea nell’ambito dei progetti per la sicurezza e la difesa promossi da Ursula von der Leyen.
L’iniziativa italiana si colloca in un quadro geopolitico in rapido mutamento, segnato dalla crescente distanza tra l’Europa e gli Stati Uniti in materia di difesa. Sotto la presidenza di Donald Trump, gli USA hanno progressivamente ridotto il loro coinvolgimento nelle strategie di sicurezza del Vecchio Continente, mettendo in discussione la loro storica alleanza con la NATO. Un segnale evidente di questa nuova politica è la possibile ridislocazione delle truppe americane dalla Germania all’Ungheria, un Paese più allineato alle politiche trumpiane.
Fonti di stampa svedesi riportano che Washington starebbe anche valutando l’interruzione della partecipazione alle esercitazioni militari della NATO in Europa. Inoltre, Trump avrebbe espresso il desiderio di riportare in patria i 20.000 soldati americani inviati in Europa da Joe Biden dopo i fatto tra la Russia e l’Ucraina, richiedendo agli alleati un contributo per il mantenimento delle truppe restanti.
L’evoluzione del quadro internazionale ha spinto diversi Paesi europei a rivedere le proprie strategie militari. In Polonia, il primo ministro Donald Tusk ha annunciato l’intenzione di portare l’esercito a 500.000 effettivi, prevedendo un sistema di riserva basato su una forma di addestramento militare obbligatorio per tutti gli uomini adulti. Anche la Lettonia ha reintrodotto il servizio militare obbligatorio, con l’obiettivo di richiamare 7.500 uomini all’anno entro il 2028. Persino la Germania, che aveva abolito la leva obbligatoria nel 2011, sta considerando un suo possibile ripristino.