Trump razzista? La condanna della Camera

Per la quarta volta nella storia, la Camera condanna un presidente per la propria condotta. Le accuse contro Donald Trump sono di razzismo e xenofobia nei confronti di deputate progressiste appartenenti alle minoranze.

Trump razzista? La condanna della Camera

Il presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, è stato condannato dalla Camera americana (dove i democratici costituiscono la maggioranza) per aver pronunciato alcuni commenti razzisti a sfavore delle deputate progressiste appartenenti a minoranze. 

Le accuse su Trump sono infatti di razzismo e xenofobia, in quanto con il suo intervento egli ha voluto dire loro di lasciare il Paese. A quest’accusa il presidente non ha esitato a rispondere e, con un tweet, ha scritto di non avere nemmeno un singolo osso razzista nel proprio corpo.

Si tratta di una misura simbolica quella della Camera (una risoluzione è una dichiarazione di opinione e non giuridicamente vincolante) in quanto le parole del presidente “hanno legittimato la paura e l’odio per i nuovi americani e le persone di colore”.

Il dibattito ha avuto luogo nella giornata di martedì 16 luglio 2019, ed è stato discusso a lungo. Alla fine, i voti a favore sono risultati 240 contro 187.

Il caso di Donald Trump rappresenta una situazione scomoda e accaduta raramente in passato. Nella storia del Congresso, infatti, le votazioni per approvare risoluzioni volte a censurare o condannare un presidente sono state solo quattro, secondo quanto afferma Congressional Research Service, un braccio di ricerca di politica pubblica del Congresso degli Stati Uniti, in un rapporto del 2018.

L’ultimo caso affine risale al lontano 1912 quando l’ex presidente William Howard Taft fu accusato di aver tentato di influenzare una disputa nelle elezioni al Senato.

Non c’è spazio per il razzismo nella Camera americana: la risoluzione stessa fa riferimento ai padri fondatori, anche loro immigrati“L’immigrazione ha definito ogni fase della storia americana. Tutti gli americani, eccetto i discendenti dei nativi e gli afroamericani ridotti in schiavitù, sono immigrati o discendenti di immigrati”.

La risoluzione, inoltre, ha voluto puntualizzare come il patriottismo non sia il risultato di razza ed etnia, ma che sia dato dall’osservare gli ideali della Costituzione di uguaglianza, libertà, inclusione e democrazia.

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