Tonga, dopo l’eruzione del vulcano sottomarino è emergenza: manca anche l’acqua potabile

Si teme una vera e propria emergenza umanitaria nell'arcipelago del Pacifico, non c'è acqua potabile in quanto la cenere caduta al suolo ha contaminato tutto. Le comunicazioni sono ancora assenti e dovrebbero essere ripristinate tra due settimane.

Tonga, dopo l’eruzione del vulcano sottomarino è emergenza: manca anche l’acqua potabile

L’arcipelago di Tonga è in preda ad una vera e propria emergenza dopo che negli scorsi giorni il vulcano sottomarino Hunga Tonga-Hunga Hàapa ha improvvisamente eruttato. Un’eruzione violentissima, udita a 800 km di distanza, e le cui onde d’urto si sono propagate per tutto il globo. Il vulcano è esploso con una potenza impressionante, emanando in aria una densa coltre di fumo e cenere che ha raggiunto l’altezza di 20 chilometri. Al momento non si conosce il numero preciso di vittime e feriti.

Sono invece ingentissimi i danni che l’eruzione ha causato non solo nell’arcipelago, ma anche in Nuova Zelanda. La capitale di Tonga, Nuku’alofa, è ricoperta da uno spesso strato di cenere, e le persone stanno facendo di tutto per rimuovere la coltre caduta. Le polveri del vulcano hanno contaminato l’acqua, per cui non vi è disponibilità di acqua potabile. Secondo il Pacific Tsunami Warning Center, con sede nelle Hawaii, sono state individuate altre onde anomale il che potrebbe far supporre che ci sia stata un’altra esplosione del vulcano. 

Isolamento durerà ancora

Purtroppo per Tonga non ci sono notizie positive. L’esplosione del vulcano ha danneggiato l’unico cavo sottomarino che serve per le comunicazioni, per cui nell’arcipelago non si possono ricevere notizie, nè si può inviare alcun messaggio. L’eruzione ha causato anche un black-out elettrico

La giornalista di 1News Pacific, Barbara Dreaver, inviata a Tonga, sta seguendo la situazione. La cronista ha informato che parte del cavo sottomarino danneggiato si trova proprio nei pressi del vulcano. Per ora non sono chiari i tempi di ripristino, anche perchè la nave che si dovrà occupare delle riparazioni si trova in Papua Nuova Guinea. 

I tempi stimati sono di due settimane. “Lo tsunami ha avuto un impatto significativo sulla costa settentrionale di Nuku’alofa, la capitale di Tonga, la situazione è calma e stabile, tuttavia, l’arcipelago ha bisogno di rifornimenti d’acqua perché la nube di cenere ha causato la contaminazione” – così ha confermato Zed Seselja, ministro australiano per il Pacifico. Nelle prossime ore si potranno conoscere ulteriori dettagli sulla situazione di Tonga.

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