Tokyo 2020: presentati i letti "anti-sex" per gli atleti delle Olimpiadi

Per evitare rapporti intimi tra gli atleti delle Olimpiadi e diminuire i rischi di contagi di Covid, i letti del villaggio olimpico sono "anti-sesso". Di cartone e interamente riciclabili, reggono solo il peso di una persona e si rompono con movimenti bruschi.

Tokyo 2020: presentati i letti "anti-sex" per gli atleti delle Olimpiadi

Le Olimpiadi di Tokyo 2020 preoccupano il Giappone a causa dell’aumento dei contagi di Covid-19. Poche ore dopo aver riscontrato i primi casi di positività nel villaggio olimpico, è stata svelata una delle trovate che il paese ha implementato per cercare di diminuire i rischi di contagi tra atleti.

È noto da anni ormai che in occasione delle Olimpiadi la promiscuità tra atleti sia dilagante, e che i rapporti occasionali all’interno dei villaggi olimpici siano all’ordine del giorno. Al fine di evitare che questo possa succedere anche a Tokyo 2020, oltre a scoraggiare qualsiasi tipo di incontro sociale non necessario e interazioni a stretto contatto, nelle stanze del villaggio olimpico sono stati allestiti dei letti “anti sesso”.

I primi atleti arrivati in Giappone per partecipare alla competizione hanno infatti trovato ad attenderli questi particolari letti, realizzati in cartone e progettati per sostenere solamente il peso di una persona. Queste strutture, allestite nelle stanze del villaggio olimpico situato nella zona costiera di Harumi, hanno anche la particolarità di rompersi in caso di movimenti bruschi ed improvvisi.

Sono 18mila i letti “anti-sex” realizzati per le Olimpiadi, e che hanno anche il vantaggio di essere interamente riciclabili, andando incontro all’impegno preso dal Giappone di garantire giochi ambientalmente sostenibili. Nel frattempo il web non ha perso occasione per ironizzare sui letti “anti-sesso”, con un’utente su Twitter che ha commentato la notizia scrivendo: “Mi chiedo se le persone più fisicamente dotate al mondo riusciranno a trovare il modo di fare sesso in piedi“.

La notizia arriva dopo che gli atleti sono stati avvisati di non utilizzare i preservativi gratuiti che vengono tradizionalmente forniti agli olimpici a partire dal 1998, suggerendo loro di riportarli a casa come souvenir e come oggetti per aumentare la consapevolezza di malattie come l’HIV e l’Aids. Alle Olimpiadi di Rio del 2016 furono distribuiti il numero record di 450mila profilattici agli atleti.

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