Thailandia: Papa Francesco invita i leader religiosi ad abbandonare la logica dell’insularità

Ai leader religiosi thailandesi Papa Francesco ha ricordato che non siamo isole: è tempo di cooperazione tra le varie religioni. All'incontro era presente anche il mondo accademico nella Chulalongkorn University di Bangkok.

Thailandia: Papa Francesco invita i leader religiosi ad abbandonare la logica dell’insularità

Diciotto leader religiosi e il mondo accademico si sono incontrati oggi con Papa Francesco, nella Chulalongkorn University di Bangkok. Papa Bergoglio ha parlato di conflitti civili e di crisi ambientale in termini di globalizzazione che coinvolge tutti. È necessario, ha detto il Papa, sostituire la “logica dell’insularità” con la logica “dell’incontro e del dialogo vicendevole” per una collaborazione del mondo religioso e quello universitario.

Ad accogliere Papa Francesco c’erano l’arcivescovo di Bangkok, il cardinale Kovithavanij, il presidente dell’Università Bundit Eur-arporn, e due studenti che gli hanno offerto dei fiori. Mentre saliva sul palco l’auditorium, 1.500 persone, si è lasciato andare in un lungo applauso. I diciotto leader e rappresentanti delle religioni tradizionali thailandesi, Buddismo, Brama-Induismo, Islam e Sikhismo, e delle diverse confessioni cristiane e della Chiesa ortodossa, sono stati salutati dal Papa uno ad uno.

Il primo saluto a Papa Francesco è stato dato dal presidente dell’Ateneo, che dopo aver descritto la varietà degli studenti della Chulalongkorn in quanto “genere, estrazione sociale, etnia, classe economica e confessione religiosa”, ha elogiato la saggezza di Papa Francesco, la “sua compassione per i poveri e le persone svantaggiate in tutto il mondo”, e ancora “la sua profonda sollecitudine per la cura e la protezione del nostro ambiente naturale” e, infine, il “suo costante impegno per un dialogo interreligioso significativo e per la costruzione della pace tra religioni, Paesi e culture”. Monsignor Chusak Sirisut, presidente della Commissione per l’Ecumenismo e per il Dialogo Interreligioso, nel saluto ha ricordato i presenti: professori e studenti universitari provenienti da tutto il Paese.

Papa Bergoglio, nel suo discorso è partito da molto lontano ricordando lo storico incontro tra Papa Leone XIII e il re Chulalongkorn, nel 1897: “Era la prima volta che un Capo di Stato non cristiano veniva ricevuto in Vaticano”. Con piacere Papa Francesco ricorda che nel periodo in cui Chulalongkorn regnava c’è stata l’abolizione della schiavitù, scelta che interpella anche oggi, ripensando “al flagello del traffico e della tratta di persone” che persiste nel tempo. Diventa necessario che anche le religioni cooperino nella stima reciproca a favore dell’umanità scossa dalla persistenza di conflitti civili che causa consistenti disagi non solo alle persone ma anche alla “nostra casa comune”.

Il Papa ha incoraggiato i presenti a seguire la strada dell’incontro e del dialogo vicendevole, ad assumere una condotta di collaborazione comune e il criterio e metodo della conoscenza reciproca per poter “offrire un nuovo paradigma per la risoluzione dei conflitti, contribuire all’intesa tra le persone e alla salvaguardia del creato”.

Poi, ai rappresentanti delle università, ha chiesto di non rinunciare “alle proprie caratteristiche peculiari e ai propri doni particolari”, perché questi “hanno molto da apportare e da offrire”. Le generazioni più giovani hanno diritto ad un futuro da protagonisti, possibile con “un servizio alla giustizia e alla pace”. Papa Francesco ha parlato ancora di dignità delle persone, di promozione di un umanesimo integrale capace di difendere con responsabilità la nostra casa comune, in moda da tutelarne “la bellezza e l’esuberanza della natura come un diritto fondamentale all’esistenza”. Il Papa ha ricordato che le grandi tradizioni religiose sono testimonianza e patrimonio di spiritualità a cui attingere. 

Una nota d’apprezzamento al popolo thailandese è venuta da Papa per la cura che hanno delle persone anziane: “li rispettate e date loro un posto preferenziale, perché vi assicurino le radici necessarie” contrastando in questo modo “la tendenza crescente a screditare i valori e le culture locali” che vorrebbe “omogeneizzare” i giovani. Il Pontefice chiude il suo discorso invocando su tutti la benedizione divina e chiedendo ai presenti la stessa invocazione per sé: “che lo facciate anche per me”. 

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