Il coronavirus Sars-CoV-2 continua a mietere vittime e contagi in tutto il mondo. Questa seconda ondata però sta mettendo in difficoltà anche paesi che fino ad ora avevano gestito egregiamente la pandemia, come la Thailandia. Secondo quanto riferiscono fonti internazionali, nella capitale, Bangkok, negli ultimi giorni si è sviluppato un grosso focolaio di Covid-19 all’interno del mercato del pesce della città. Su 1.192 persone testate ne sono state trovate positive 548, quindi quasi la metà. Questo ha costretto le autorità locali a prendere dei forti provvedimenti restrittivi, instaurdando prima di tutto un lockdown totale e il coprifuco dalle 22:00 alle 5:00 del mattino. Le misure saranno valide almeno fino al prossimi 3 gennaio.
Inoltre il Governo thailandese ha deciso di sospendere tutti gli eventi per quanto riguarda i festeggiamenti di Capodanno. Durante il coprifuoco notturno le persone non potranno spostarsi al di fuori della provincia di residenza. Secondo quanto riferisce Il Post, la Thailandia è stata una delle nazioni che, durante la prima ondata, ha contenuto efficacemente il virus Sars-CoV-2, chiudendo tempestivamente anche le frontiere.
Gli infetti erano quasi tutti migranti
Le persone risultate positive al coronavirus nel mercato del pesce sarebbero quasi tutti lavoratori migranti. Il focolaio è stato identificato nella giornata di sabato 19 dicembre e prima di allora in tutto il Paese erano stati registrati 4.330 casi di Covid da inizio epidemia. Il nuovo aumento di oltre 500 unità in un solo giorno ha fatto scattare immediatamente il piano di allerta, costringendo il Governo a prendere i relativi provvedimenti.
In Thailandia la vita stava tornando pressoché normale, anche se anche questa nazione orientale ha subito dei grossi danni economici derivanti dal blocco avvenuto durante la prima ondata. Attualmente il Paese ha adottato severe restrizioni per chi entra nel territorio nazionale: i viaggiatori, infatti, devono sottoporsi ad un regime di quarantena lungo 14 giorni, e solo dopo un tampone negativo possono essere ammessi a circolare nelle città thailandesi.
Per constrastare meglio l’epidemia e il nuovo focolaio, le autorità sanitarie stanno pensando di testare subito 40.000 persone nei prossimi giorni, questo al fine di prevenire l’ulteriore aumento dei casi. Sarebbero migliaia i lavori immigrati che lavorano nel mercato del pesce e quasi tutti sarebbero originari del Myanmar. Questa gente, secondo i media locali, cercherebbe in Thailandia condizioni di vita migliori e passerebbe il confine in maniera illegale, con tutti i rischi, anche sanitari, che ne conseguirebbero.