Texas, guerra all’aborto: verso il medioevo cattorepubblicano

Il Texas dichiara guerra all'aborto: la nuova legge approvata dalla Corte d'Appello, diminuirà il numero delle cliniche abortiste presenti nello Stato da 41 a 8. In rivolta le associazioni per i diritti delle donne, che denunciano come la proposta comporterà un forte incremento di aborti illegali

Texas, guerra all’aborto: verso il medioevo cattorepubblicano

Il Texas è sempre più orientato verso il ritorno al puritanesimo più radicale: la Corte d’Appello si è infatti espressa a favore della controversa legge anti-aborto in vigore nel Lone Star State; uno Stato tradizionalmente sudista, repubblicano ed ultraconservatore per vocazione. Ma in cosa consiste di preciso questa legge? E’ presto detto: i Repubblicani hanno trovato il modo di mettere in difficoltà le cliniche che consentono l’interruzione della gravidanza, obbligandole a mantenere gli stessi standard dei centri chirurgici ospedalieri.

Si tratta di una prospettiva irrealistica vista la forte differenza tra le due realtà, che porterà inevitabilmente alla chiusura quasi tutte le 41 cliniche che consentono di abortire dislocate all’interno del Texas.

Immediata è stata la reazione delle associazioni per i diritti delle donne, che si sono rivoltate contro la sentenza (la quale entrerà in vigore ufficialmente tra 22 giorni a partire da oggi) annunciando un immediato ricorso alla Corte Suprema. Se la legge dovesse venire confermata infatti, le cliniche superstiti rimarrebbero solamente otto: troppo poche per far fronte alle numerose richieste di aborto che pervengono ogni anno alle cliniche specializzate nell’interruzione della gravidanza.

Così, secondo le associazioni per i diritti delle donne ed i detrattori della legge, si registrerà una fortissima impennata di richieste di aborti illegali, con il conseguente incremento della possibilità di contrarre infezioni e malattie da parte delle donne che non riusciranno ad essere ricevute presso le otto cliniche legalizzate superstiti. La suddetta legge è stata fortemente voluta nel 2013 dal governatore repubblicano Rick Perry, candidato attuale alla presidenza degli Stati Uniti, e secondo i sostenitori dovrebbe portare a standard di sicurezza più alti per le cliniche abortiste.

In realtà, come denunciato da molti gruppi di attivisti presenti nel Texas, sarebbe semplicemente una manovra per costringere i centri dove viene praticato l’aborto a chiudere i battenti, così da provare a diminuire le richieste di aborto e disincentivare questa pratica, in uno Stato che ha sempre esibito un background culturale fortemente orientato verso il puritanesimo catto-repubblicano.

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