Svolta storica in Cina: abolita la legge del figlio unico

Dopo più di 30 anni la Cina ha abolito ufficialmente la legge del figlio unico; d'ora in poi le coppie potranno avere due bambini. Il Paese asiatico punta a ringiovanire una popolazione sempre più vecchia

Svolta storica in Cina: abolita la legge del figlio unico

La Cina ha definitivamente messo fine alla legge del figlio unico: d’ora in poi ogni famiglia potrà avere due bambini. Questo è quello che il Comitato Centrale del Partito comunista ha comunicato tramite l’ agenzia ufficiale; tale scelta si è rivelata senza dubbio un cambiamento di rotta epocale per il Paese.

La legge che prevedeva un unico figlio a coppia era in vigore da ben 36 anni; nel corso di queste decadi il contestatissimo metodo di controllo demografico aveva finito per provocare squilibri nella popolazione.

Tra i maggiori problemi riscontrati vi sono sicuramente l’invecchiamento della nazione e il dislivello tra i generi: il numero degli uomini ha infatti superato notevolmente quello delle donne, questo perché le famiglie, avendo la possibilità di procreare un solo un erede, preferivano il figlio maschio. E’ risaputo infatti che in Cina la pratica dell’aborto fosse attuata proprio per evitare di partorire una femmina.

Tra i lati positivi di questa politica vi è comunque il contenimento del numero di abitanti; la legge, in vigore dal 1979, era appunto nata perché si stimava che non ci fossero risorse sufficienti in grado di mantenere un così alto numero di persone. Ora, però, questo colosso asiatico si è messo al passo coi tempi; il Paese stava diventando troppo vecchio, e in questo momento ha più che mai bisogno di nuove generazioni. Tuttavia, ricordiamo, la nuova legge non consente ancora di avere più di due figli per coppia.

Gli esperti avevano in realtà già previsto un imminente cambio di tendenza da parte del governo cinese; in precedenza l’Onu aveva calcolato che andando avanti con la politica del figlio unico il picco di crescita della popolazione del Paese si sarebbe raggiunto nel 2030,  mentre dopo la recente abolizione di tale legge, gli studi lo stimano nel 2020, ben 10 anni prima.

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