Vivere in Svizzera, in particolar modo nel Canton Zurigo, non dev’essere molto facile, se si è avuta la sfortuna di perdere il proprio lavoro. Ne sa qualcosa una cittadina tedesca, madre di tre bambini, alla quale un giudice del posto ha consegnato un foglio di via, perché – in sostanza – si era fatta mantenere un po’ troppo dal servizio sociale pubblico.
La notizia in questione è stata pubblicata, nei giorni scorsi, dal “Corriere del Ticino”, e racconta di come sentenze simili siano sempre più frequenti in Svizzera: nel solo cantone in questione, tra il 2013 ed il 2016, sono stati mandati via 70 stranieri, con l’ultimo caso che – sino a poco tempo fa – riguardava un nordafricano 35enne che, per giunta, risultava anche ben integrato, avendo sposato una cittadina elvetica dalla quale aveva avuto un bimbo.
Purtroppo, l’uomo – rimasto senza un posto di lavoro, e avendo percepito già 435 mila euro di aiuti sociali (pari a mezzo milione di franchi svizzeri), venne costretto a lasciare il Paese. Il passato, però, è d’obbligo in questa statistica che, come accennato, si è aggiornata nuovamente, questa volta ai danni di una cittadina tedesca.
La signora in questione era giunta nella federazione svizzera ormai 5 anni fa, per lavorare in una casa di riposo: dopo appena un anno, rimase senza lavoro e, avendo con sé 2 figli piccoli, iniziò a percepire un assegno sociale che, nel corso degli anni, dall’arrivo (il 2012) a pochi mesi orsono (il Febbraio del 2017), ha portato ad un esborso pubblico pari a 212 mila euro (pressappoco 244 mila franchi svizzeri). Decisamente troppi, almeno secondo il tribunale amministrativo di Zurigo che, nei giorni scorsi, si è pronunciato sulla situazione della donna.
Secondo il giudice, la cittadina tedesca in questione, che nel frattempo aveva avuto anche un ulteriore figlio, dalla relazione intrattenuta con un cittadino svizzero, deve andarsene tassativamente entro il 15 Ottobre, perché – queste ne sono le motivazioni – non avrebbe fatto sufficienti sforzi per trovare una nuova occupazione, in particolar modo in un Paese – come quello svizzero – che vanta un tasso di disoccupazione assai basso (al 3%).
Ed il bambino avuto una volta giunto in Svizzera? È presto detto: il fanciullo, in virtù della doppia nazionalità, potrà andare a vivere nella sua seconda patria ma, se proprio volesse rimanere in Svizzera, dovrà stare solo col padre. Insomma, o la mamma, o la comodità della vita nell’amena Svizzera: tertium non datur.