Ancora una strage in un college americano, dove un ragazzo si è diretto verso una classe ed ha sparato all’impazzata, uccidendo 13 persone e ferendone almeno 20. Tutto ciò è avvenuto nell’Umpqua University di Roseburg, in Oregon. L’uomo, che sembra abbia all’incirca 20 anni, è poi morto nello scontro a fuoco con la polizia.
Dalle voci che si inseguono incessantemente in questi minuti, sembra che l’uomo avessa annunciato sul social 4chan le sue intenzioni: “Non andate a scuola domani se abitate nel nord-ovest del Paese. Non posso dirvi di più” è stato il messaggio del giovane, con una serie di ‘consigli’ da parte di utenti anonimi affinchè la sparatoria risultasse più efficace. Siamo in America, inutile dirlo.
Ancora una volta, quindi, l’America diventa teatro di una strage, l’ennesima, che getta nuovamente fango sull’industria delle armi e sulla loro eccessiva liberalizzazione sul suolo americano. Un problema annoso, questo, con il fronte di coloro i quali vogliono un’arma per difendersi, contro coloro i quali considerano questo modo di pensare il vero responsabile di queste situazioni.
La Casa Bianca, per bocca del portavoce Josh Earnest, interviene sulla questione, rilanciando la necessità di leggi più severe in materia: “La questione di passare leggi che possano proteggere le nostre comunità dalla violenza delle armi continua ad essere una priorità per questa amministrazione”, forti dell’appoggio della maggior parte degli Americani.
Purtroppo la questione continua ad essere decisamente controversa, con una parte degli americani, appoggiati dal partito repubblicano, che considerano il possesso di un’arma quale requisito indispensabile per la sicurezza propria e dei propri cari, e con l’altra, di matrice principalmente democratica, che vede nella facilità con la quale i cittadini possono procurarsi un’arma come la vera causa di queste tragedia, a cui l’America non è purtroppo nuova. Qualunque sia la fazione per la quale si parteggia, l’unica certezza è che assistiamo ancora una volta ad una situazione che, in America più che altrove, si ripropone ad intervalli regolari.