Un gruppo di terroristi incappucciati ha preso d’assalto l’università di Garissa in Kenya, al confine con la Somalia. L’attacco ha avuto inizio all’alba di oggi (giovedì) verso le 5:30 del mattino, ora locale; in concomitanza con lo svolgimento delle preghiere del mattino nella moschea dell’università. A riferire questi dettagli è stata Augustine Algana, una studente sopravvissuta all’attacco, intervistata da Associated Press. La ragazza ha spiegato che i fondamentalisti islamici hanno aperto il fuoco nel campus universitario mentre gli studenti stavano ancora dormendo. Alcuni studenti in preda al panico sarebbero fuggiti, uscendo dalla struttura, e sarebbero così stati immediatamente raggiunti dal fuoco incrociato dei fanatici religiosi.
Nel corso dell’agguato terroristico sono morte 15 persone, ed altre 60 almeno sono rimaste ferite, sempre secondo quanto riporta Associated Press, citando un operatore dell’obitorio di Garissa. Un “tweet” Croce Rossa del Kenya ha evidenziato che 30 feriti sono stati trasportati in ospedale con urgenza, e 4 di loro sarebbero tuttora in condizioni critiche. L’attentato è stato rivendicato dal gruppo terroristico al-Shabaab, un movimento di fondamentalisti islamici attivo in Somalia, rappresentante la cellula somala ufficiale di Al Qaeda.
Un portavoce dei terroristi ha poi spiegato alla BBC che l’attacco all’università è stato organizzato perché “E’ una terra musulmana, colonizzata da non-musulmani”. Lo stesso terrorista ha poi affermato di aver separato i non-musulmani dai musulmani nel corso dell’attentato, liberando 15 tra questi ultimi. Sheikh Abdiasis Abu Musab, questo il nome dell’uomo, ha infatti affermato: “Abbiamo separato gli ostaggi, e rilasciato i musulmani-riporta Reuters-ci sono molti cadaveri di cristiani nell’edificio, e ne teniamo in ostaggio altri ancora vivi”.
All’arrivo della polizia, i terroristi hanno ingaggiato un feroce scontro a fuoco con gli agenti, ha riferito la Polizia Nazionale del Kenya in un comunicato ufficiale. Il capo della Croce Rossa del Kenya, Abass Gulett, ha aggiunto che il conflitto fra estremisti islamici e poliziotti è proseguito in diversi blocchi del campus, mentre gli agenti cercavano di liberarli dai terroristi. Sempre fonti interne alla Croce Rossa del Kenya hanno affermato che almeno 50 studenti del campus sono riusciti a darsi alla fuga, trovando riparo in una struttura militare vicina all’università non appena sentiti gli spari.
Secondo le statistiche della Polizia del Kenya, sono state 312 le vittime mietute dal gruppo Al-Shabaab all’interno del Paese tra il 2012 ed il 2014; l’anno scorso, lo stesso movimento terroristico aveva trucidato 28 non-musulmani all’interno di un autobus, dopo averlo sequestrato, costringendoli a distendersi a terra e poi sparando loro in testa. Dieci giorni più tardi fu il turno di 36 minatori non-musulmani. Tra le 312 persone uccise dai militanti di Al-Shabaab in Kenya, 38 sono morte a Garissa, una città particolarmente a rischio vista la sua vicinanza al confine con la Somalia.