Stato Islamico: chi è questo nuovo nemico mondiale?

I tragici attentati di Parigi di venerdì 13 fanno nuovamente parlare di questo nuovo nemico mondiale che usa decapitazioni e omicidi di massa per terrorizzare il mondo: lo Stato Islamico. Chi c'è dietro questo gruppo terrorista e perchè semina morte e paura?

Stato Islamico: chi è questo nuovo nemico mondiale?

A seguito dei recenti attacchi terroristici, i riflettori di tutto il mondo sono nuovamente puntati sull’autoproclamato Stato Islamico, che con la brutalità delle sue azioni sta spargendo un’onda di terrore e di odio in tutto il mondo. Un articolo del quotidiano Bbc ha analizzato alcuni aspetti del gruppo fondamentalista che sta terrorizzando il mondo.

Le origini dello Stato Islamico sono legale alla creazione, nel 2002, di un gruppo radicale in Giordania, il Tawhid wa al-Jihad, fondato dal terrorista giordano Abu Musab al-Zarqawi. Nel 2004, un anno dopo l’ordine di Bush di invadere l’Iraq, Zarqawi si alleò a Osama Bin Laden e fondò una cellula di Al-Qaeda in questo paese che, con il tempo, divenne quella più importante. Tuttavia, dopo la morte di Zarqawi nel 2006, sotto la guida di Abu Bakr al Baghdadi, Al Qaeda creò una organizzazione alternativa chiamata “Islamic State in Iraq” (ISI), caratterizzata dalla brutalità delle sue azioni.

Successivamente, nel 2010, Abu Bakr al-Baghdadi rifondò l’organizzazione e, tre anni dopo, si unì alla ribellione contro il presidente siriano, Bashar al Asad. Nell’aprile del 2014, al-Baghdadi, diventato il leader politico e religioso, annunciò la fusione delle milizia che comandava in Iraq e in Siria, battezzandola come Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Islamic State of Iraq and al-ShamIsis). A metà luglio dello stesso anno, e dopo aver consolidato la sua presenza in decine di città e località, Al-Baghdadi proclamò la nascita di un califfato come forma di governo dei territori della Siria e dell’Iraq e cambiò il suo nome in Stato Islamico.

Il califfato è un’istituzione diretta da una guida politica e religiosa in base alla legge islamica o sharia nata per sostituire Maometto e mantenere l’unità della comunità islamica. Non esistono dati precisi sull’area che controlla, ma secondo alcune stime, lo Stato Islamico e i suoi alleati controllerebbero almeno 40.000 chilometri quadrati in Iraq e Siria, quasi il territorio del Belgio. Mentre secondo altri, sarebbero 90.000 i chilometri quadrati sotto il suo potere, incluse le città di Mosul, Tikrit e Tal Afar, Fallujah e Ramadi, in Iraq, e di al-Raqqa in Siria. Almeno otto milioni d persone vivrebbero sotto il regime dittatoriale dello Stato Islamico, che ha applicato un’interpretazione molto ristretta della sharia, obbligando i non mussulmani a convertirsi o a pagare un’imposta, e imponendo castighi quali le esecuzioni.

L’esperto iracheno Hisham al-Hisham, nel mese di agosto, ha dichiarato che potrebbero essere tra i 30.000 e 50.000 i combattenti dello Stato Islamico, tra i quali un 30% avrebbe aderito per convinzione, mentre il resto per coercizione dei leader del gruppo. Un considerevole numero di combattenti non sarebbero nè iracheni nè siriani, e molti arriverebbero anche dall’Occidente. I militanti islamici hanno accesso e sono capaci di usare una grande quantità di armi, inclusa l’artiglieria pesante, mitragliatrici, lanciarazzi e batterie antiaeree. Inoltre, sarebbero riusciti a raccogliere un consistente numero di munizioni che permette di mantenere armato il suo esercito.

Lo Stato Islamico è il gruppo terrorista più ricco del mondo: possiede circa 2.000 milioni di dollari, in effettivo. Inizialmente l’appoggio finanziario proveniva dagli apporti dei paesi arabi del Golfo Persico, come Qatar e Arabia Saudita. Ma le sue fonti derivano anche dalla vendita di petrolio e gas dei territori che controlla, dalle imposte e dalle attività illecite come estorsione, contrabbando e sequestro.

I membri dello Stato Islamico sono jihadisti con un’interpretazione estremista del ramo sunnita dell’islam, convinti che gli unici veri credenti siano loro. I terroristi di questo gruppo giustificano gli attacchi contro i mussulmani e non col fatto che il resto del mondo sia popolato da non credenti che vogliono distruggere la loro religione.

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