Sta assumendo proporzioni gigantesche il focolaio di coronavirus Sars-CoV-2 scoppiato a Maiorca, in Spagna, negli scorsi giorni. Qui, infatti, il 12 giugno scorso sono giunti migliaia di ragazzi che hanno festeggiato la fine dell’anno scolastico. I giovani sono giunti da tutta la Spagna, e nella giornata del 15 giugno si è tenuto un concerto Reggaeton a Plaza de Toros. Secondo le autorità i contagi sarebbero partiti proprio da questo evento. Benchè all’aperto, durante la kermesse quasi nessuno dei ragazzi indossava la mascherina, per cui il virus ha dilagato. Si ballava attaccati gli uni agli altri, senza rispettare la distanza minima di sicurezza.
Al momento, come riporta il quotidiano El Mundo, i casi sono saliti a 1.167 e 4.796 sono le persone attualmente in quarantena. Solo 24 ore fa i contagi erano poco più di 800, ma l’analisi dei tamponi sta facendo emergere sempre nuovi contagi. Alcuni dei giovani che si sono recati a Maiorca sarebbero già tornati a casa, contagiando forse i propri genitori. Si spera che questi ultimi abbiano avuto almeno una dose del vaccino. Attualmente 12 ragazzi si trovano ricoverati all’ospedale Son Espases con febbre alta. Le loro condizioni non sono gravi.
Evitare allarmismi
Nonostante il numero dei contagi sia molto alto, le autorità sanitarie hanno invitato la popolazione locale a non allarmarsi più di tanto. I contagiati sono infatti tutti i giovani, per cui molto probabilmente non avranno gravi conseguenze dall’infezione e non ci sarà un impatto importante sul sistema sanitario.
Sono poche decine infatti i ricoverati nel locale nosocomio. “Questi sono dati importanti che sono un campanello d’allarme, dobbiamo capire che i gruppi che non sono immunizzati come i giovani sono a maggior rischio” – così ha commentato Fernando Simòn. La comunità più colpita dal contagio derivato dal focolaio di Maiorca risulta essere quella di Madrid. Molti dei ragazzi si trovano ancora a Maiorca, dove stanno seguendo un periodo di quarantena.
Durante il tracciamento e l’analisi dei tamponi, sono state individuate due varianti responsabili delle infezioni che si sono verificate sull’isola: si tratta della variante “Alpha”, quella ingese, e della “Delta”, l’indiana. “Siamo partiti male, stiamo ripetendo l’errore dell’anno scorso” – queste sono le parole di Joan Caylà, portavoce della Fondazione Barcelona Tuberculosis Research Unit.