SpaceX, gli Stati Uniti ritornano indipendenti con il lancio della Crew Dragon

Lanciata da Cape Canaveral, la missione Crew-1 con a bordo della navicella tre astronauti americani e uno giapponese, che resteranno a bordo della Iss per sei mesi.

SpaceX, gli Stati Uniti ritornano indipendenti con il lancio della Crew Dragon

Il 15 novembre 2020 è ufficialmente divenuto una data storica per il mondo dello spazio, con gli Stati Uniti protagonisti poiché finalmente tornati indipendenti riguardo al lancio degli astronauti verso la Iss: per ben 9 anni, infatti, la Nasa ha dovuto dipendere dall’agenzia spaziale russa Roscosmos per consentire ai propri ragazzi di salire ad altissima quota insieme ai colleghi cosmonauti. L’ultima missione con equipaggio dell’americana Nasa a 400km d’altezza risale al 21 luglio 2011, quando l’aereo Atlantis atterrò al Kennedy Space Center e tutto ciò che era rimasto del programma trentennale Shuttle venne messo in bella mostra in vari siti museali statunitensi.

La navicella Crew Dragon, una capsula cargo capace di trasportare ben 4 astronauti alla volta nello spazio, è frutto dell’unione dell’agenzia americana da sempre più famosa al mondo con un privato che avanza ormai spedito verso il futuro: SpaceX di Elon Musk. Trattasi di un’iniziativa insignita dal Commercial Crew Program e ufficialmente assegnata all’imprenditore sudafricano nel 2014, con un contratto miliardario che ha durata fino al 2024. 

Lo spettacolare lancio della missione Crew-1 è avvenuto alle 00:07 (fuso orario americano) del 16 ottobre, la cui finestra di lancio è stata aperta intorno alle 7 del mattino (sempre fuso orario americano) del giorno precedente. La storica piattaforma di Cape Canevaral ha ospitato l’insostituibile Falcon9, il vettore a due stadi di SpaceX che in neanche 10 minuti ha raggiunto i 200km d’altezza ad una velocità di 27000km/h. A questo punto la navicella Crew Dragon, battezzata Resilience a causa del periodo pandemia, si è sganciata dal lanciatore ed ha proseguito continuando ad orbitare in attesa del docking del giorno successivo con la Iss. 

Prima di varcare le porte dell’alta torre ubicata a ridosso della piattaforma da cui fu lanciata la missione Apollo 11 nel 1969, gli astronauti Michael Hopkins, americano e comandante della missione Crew-1, Victor Glover e Shannon Walker, anch’essi americani, e infine il giapponese Soichi Noguch, hanno eseguito la vestizione e tutti i test di sicurezza necessariamente previsti prima della partenza e poi, dopo un simpatico selfie con Jim Bridenstine e un saluto ai parenti, hanno raggiunto in macchina il razzo posto sulla rampa ad attenderli. Grande assente il “patron” Elon Musk, in isolamento obbligatorio e cautelare poiché recentemente risultato positivo al Covid-19. 

L’equipaggio lanciato quest’oggi, il secondo dopo quello spedito da SpaceX a maggio 2020 in una missione di prova, resterà in orbita per 6 lunghi mesi lavorando a fianco dei tre astronauti già presenti sulla Iss con cui formerà l’Expedition 64. Gli esperimenti programmati riguardano le sfere scientifica e tecnologica, tra cui Food Physiology e Genes in Spaces, ovvero come si comportano un organismo che dimagrisce e il cervello umano in microgravità, Plant Habitat 02 per verificare la crescita dei ravanelli nello spazio, BioAsteroid per capire come possano dei microscopici minatori estrarre minerali da una roccia sulla Iss, Tissue Chips per studiare gli organi le cui cellule sono inserite in dispositivi minuscoli, Cardinal Heart per lo studio del cuore nello spazio e infine Serfe per collaudare la temperatura corporea degli astronauti a quell’altezza.

Ampio l’entusiasmo dell’appena eletto presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che ha immediatamente lanciato un tweet congratulandosi con tutti coloro che hanno reso possibile raggiungere questo nuovo traguardo e omaggiando il potere della scienza, e non è mancato un commento dell’uscente Trump che invece se n’è preso totalmente i meriti. Il vicepresidente Mike Pence, infine, ha espresso il suo entusiasmo dal vivo, presenziando all’evento in Florida.

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