Il ministro per gli Affari Esteri dell’Uganda, Jeje Odongo, giovedì scorso, durante il vertice Europa-Africa avvenuto a Bruxelles, è finito nella bufera per un caso che ha ricordato quello che successe in Turchia un anno fa e denominato sofa-gate: ha stretto la mano al presidente francese Emmanuel Macron e al presidente del Consiglio Europeo Charles Michel e ha ignorato la presidente della Commissione Europa Ursula von der Leyen, rimasta ferma e imbarazzata dal trattamento-non trattamento ricevuto.
Una svista? Una distrazione? Difficile dirlo, resta il fatto che la presidente era anche la prima della fila, quindi impossibile che il ministro non l’avesse vista. Solo quando Macron ha fatto notare al collega africano che lì, con un sorriso forzato sul viso, c’era la presidentessa, che Odongo le ha rivolto un inchino, chissà quanto forzato o quanto spontaneo. Il dubbio è che Odongo l’abbia volutamente ignorata perché donna, quindi mal vista da Paesi dove il maschilismo è così granitico da non contemplare nemmeno la parità di genere.
Quel che è accaduto a Bruxelles ha ricordato il caso avvenuto in Turchia durante l’incontro con il presidente turco Erdogan, che accolse il presidente del Consiglio Ue Michel, facendolo sedere accanto a lui, e la presidente Von Der Leyen, a cui però riservò una poltrona che fosse quanto più possibile a debita distanza a lui. Michel, un po’ interdetto, non reagì prendendo in mano la situazione, ma proseguì l’incontro senza battere ciglio.
Solo dopo, intervendo al Parlamento Europeo, la presidente commentò così l’affronto subito: “Sono la prima donna a esser presidente della Commissione europea ed è così che mi aspettavo di essere trattata nel viaggio in Turchia, come una presidente della Commissione. Non riesco a trovare una giustificazione e devo concludere che quello che è successo è accaduto perché sono una donna”. “Mi sono sentita ferita come donna e come europea – aggiunse – questo riguarda i valori che sono alla base della nostra Unione e dimostra quanto dobbiamo ancora fare perché le donne siano trattate con parità. Una cosa del genere sarebbe successa se avessi portato un abito con una cravatta?”.
No, probabilmente non sarebbe successo, o forse si, dipende dagli interlocutori. Resta però la realtà di un trattamento definito sessista che deve aver preso in contropiede, per la seconda volta, Ursula von de Leyer. Anche se era facile immaginare che accadesse, visto che in molti Paesi africani vige un regime patriarcale che delega le donne in secondo piano e non accetta che una di loro possa ricoprire una carica così importante come quella di presidente della Commissione Europa. Una carica solitamente, e storicamente, ricoperta dagli uomini.