Gli esperti la definiscono come “la più grave crisi politico – militare nella storia della quinta repubblica“. Di certo, le dimissioni del Capo di Stato Maggiore Francese – Pierre De Villiers – in polemica con Emmanuel Macron, rappresentano un fatto senza precedenti.
A soli due mesi dal suo insediamento, e nonostante il risultato, a dir poco plebiscitario, delle Elezioni Legislative, il giovane Presidente ha dovuto fare la “voce grossa” con il numero uno delle Forze Armate ribadendo che, Costituzione alla mano, a comandare è solo ed esclusivamente l’inquilino dell’Eliseo e, chi non è d’accordo, si deve accomodare alla porta d’uscita.
Oggetto del contendere, è stato il taglio da 850 milioni di Euro al bilancio della Difesa annunciato dal Governo. Il tutto sta accadendo in un momento, in cui la Francia si ritrova da un lato militarizzata, con l’Operazione Sentinel per far fronte al terrorismo di matrice islamica, e dall’altro, impegnata in missioni all’estero.
Il programma del neo – presidente prevede un cospicuo abbattimento della spesa pubblica con sacrifici per tutti, quindi anche per i militari, ma nonostante tutto, lo stesso Macron, continua a ribadire l’impegno ad aumentare i fondi per la difesa per portarli al 2% del PIL entro massimo il 2025.
I tagli annunciati per il prossimo anno, avevano suscitato, già da subito, la reazione del Capo di Stato Maggiore: “Non mi farò fregare” aveva detto una settimana fa di fronte ai Deputati dell’Assemblea Nazionale. Un affronto troppo pesante per Macron, che lo ha dovuto richiamare all’ordine pubblicamente. “A queste condizioni non sono più in grado di garantire la sostenibilità del nostro modello di difesa e la protezione del Paese” ha scritto nella sua lettera di dimissioni il Generale Pierre De Villiers, il cui successore è stato già nominato.
Una crisi istituzionale che, per la leader del Front National – Marine Le Pen – “mostra gli inquietanti limiti e le gravi derive di Emanuel Macron“.