Serbia, nasce senza testicoli ma il gemello gliene dona uno: ora potrà procreare

Un intervento che ha dell'incredibile, ma che ha garantito il lieto fine per un trentaseienne serbo che, nato senza testicoli, potrà procreare grazie al fratello gemello che gli ha donato una ghiandola.

Serbia, nasce senza testicoli ma il gemello gliene dona uno: ora potrà procreare

Una notizia eccezionale arriva dalla Serbia: a Belgrado, capitale dell’ex Jugoslavia, è stato effettuato un trapianto sicuramente inconsueto, ma che permetterà al paziente di procreare e diventare padre. L’operazione, che ha avuto una durata di sei ore, è stata svolta da un team di chirurghi internazionali.

La notizia arriva dal New York Times e racconta la storia di un uomo di trentasei anni che, nato senza testicoli, avrebbe potuto contare sul fratello gemello, il quale gli avrebbe donato una ghiandola rendendolo in grado di procreare.

Il delicato intervento è il terzo trapianto di questo tipo; i primi due furtono eseguiti, sempre su due gemelli identici, circa quarant’anni fa a St. Louis, nel Missouri. La scelta di effettuare la particolare operazione deriva dalla consapevolezza di assicurare al paziente una produzione di testosterone più stabile rispetto a quella che si avrebbe con la sola assunzione di farmaci idonei alle problematiche di questo tipo. Inoltre, attraverso il trapianto di un testicolo, l’equipe di esperti tenta di rendere fertile e capace di procreare figli, il paziente.

Il chirurgo urologo e professore alla Tufts University School of Medicine di Boston, Dicken Ko, che è volato nella capitale serba per partecipare all’intervento, ha spiegato la difficoltà dell’intervento. L’operazione, guidata dall’esperto Miroslav Djordjevic del Mount Sinai Hospital di New York e dell’Università di Belgrado, potrebbe aprire un nuovo spiraglio di speranza anche per diverse categorie di persone: dai transgender, ai malati di cancro, fino alle vittime di incidenti ed ai feriti di guerra.

Nonostante l’assenza di testicoli alla nascita sia consiederata una condizione estremamente rara, i medici sono fiduciosi sulla possibilità d’impiego dell’intervento. Allo stesso tempo, però, tale procedura solleva ovviamente alcuni interrogativi relativi all’etica dei trapianti non salvavita, oltre che sulla possibilità che i riceventi generino figli con spermatozoi che potrebbero derivare, in qualche modo, da un donatore.

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