Scoperta variante ibrida del Sars-CoV-2: forse inizio di nuova fase della pandemia

La scoperta è stata fatta in California da Bette Korber, scienziato del Los Alamos National Laboratory nel New Mexico. Si tratta di un evento definito di "ricombinazione", pubblicato un articolo sul "New Scientist".

Scoperta variante ibrida del Sars-CoV-2: forse inizio di nuova fase della pandemia

Il Sars-CoV-2 continua a mutare in continuazione, e questo suo comportamento, comunque naturale in tutti i coronavirus, sta cominciando a destare preoccupazione nella comunità scientifica, in quanto non si sa se queste varianti possano resistere agli anticopri prodotti naturalmente o tramite i vaccini che si sono messi a punto per combattere la malattia.

Un evento che sta facendo discutere si è verificato in California, dove Bette Korner, scienziato presso il Los Alamos National Laboratory del New Mexico, ha scoperto una variante ibrida del Covid-19. Si tratta di un processo di “ricombinazione”, nato dalla fusione di due varianti. 

L’ibridazione in questione sarebbe il risultato della ricombinazione della variante B.1.1.7, ovvero quella scoperta nel Regno Unito e della variante B.1.429, quest’ultima trovata per la prima volta in California. Secondo gli scienziati c’è il pericolo che quest’evento possa voler dire che sta cominciando una nuova fase della pandemia, anche se al momento i dati disponibili sono pochi e si sta cercando di capire se e quanto questa ibridazione sia pericolosa per la salute umana. Il risultato della ricerca è stato pubblicato sul “New Scientist” in un articolo. I ricercatori avvisano di tenere alta la guardia. 

Ondata di casi a Los Angeles

Secondo quanto si apprende da SkyTg24, la variante B.1.429 potrebbe essere la responsabile di un’ondata anomala di contagi che si è verificata nelle scorse settimane a Los Angeles, e che ha portato la contea a fare i conti con nuove restrizioni anti contagio. Gli scienziati ritengono che la ricombinazione sia un processo normale nei coronavirus, ma quest’ultima, accorpando più mutazioni in una sola volta, potrebbe riuscire forse a resistere a specifici anticorpi. Solitamente però queste mutazioni non producono alcun vanataggio per il virus, nel senso che non lo rendono nè più aggressivo, nè più letale. 

L’ipotesi di Korber è quella che “questo tipo di evento potrebbe consentire al virus di accoppiare un virus più infettivo con un virus più resistente”. Nelle prossime settimane, e nei prossimi mesi, si continuerà a studiare questa ibridazione, che è la prima che viene trovata nel Sars-CoV-2. Sergei Pond, della Temple University in Pennsylvania, ha spiegato che tutti i coronavirus si ricombinano, e non una questione di se, ma di quando. 

Dell’accaduto se ne è parlato anche durante un incontro organizzato dall’Accademia delle Scienze di New York. Gli esperti hanno sottolineato tutti i punti di vista, ma si vuole cercare di capire bene se questa ibridazione possa, di fatto, trasmettersi da persona a persona oppure se la trasmissione accada soltanto una volta. 

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