Scandalo Panama Papers, il mondo parallelo dei super vip

Ennesimo scandalo di evasione fiscale che fa tremare il club dei super vip. Coinvolti nomi illustri di più di 200 Paesi. Tra gli italiani il Presidente di Alitalia, Luca Cordero di Montezemolo.

Scandalo Panama Papers, il mondo parallelo dei super vip

Lo scandalo di oggi si chiama Panama Papers. 11 i milioni di file raccolti, che tracciano diversi decenni di transazioni finanziarie nei paradisi fiscali più richiesti al mondo. Il cospicuo numero di documenti sono stati scoperti dal quotidiano tedesco Suddeutsche Zeitung, che ne ha condiviso l’analisi con il Consorzio internazionale di giornalismo investigativo, cui fa parte L’Espresso.

Dall’approfondito studio dei documenti sono emerse più di duecento mila società create ad hoc nei più importanti paradisi fiscali internazionali, con un giro di clienti di almeno 200 differenti nazionalità. Non potevano non mancare nomi illustri, come quello del Presidente Putin – che non è direttamente coinvolto – o meglio di persone a lui riconducibili che avrebbero un giro d’affari di circa due miliardi di dollari. Ed ancora il padre del Premier inglese David Cameron, che sarebbe stato a capo di un fondo d’investimento off-shore, il famoso calciatore Messi, il Re saudita, il Presidente argentino Macri, alcuni membri del Comitato centrale del Partito Comunista cinese.

Pronta a difendersi lo studio legale al centro di questo scandalo globale, la Mossack-Fonseca, che in una nota fa sapere che la società non ha mai perseguito attività illegali. Nei documenti appaiono anche 800 italiani che hanno avuto dei collegamenti con la società Mossack-Fonseca, che ha sede a Panama, uno dei più frequentati – dagli evasori – paradisi fiscali. Tra questi, nomi illustri nel campo dello sport, dello spettacolo, ma anche imprenditori e professionisti.

Tra i più illustri c’è il Presidente di Alitalia, Luca Cordero di Montezemolo, che smentisce la notizia. Ma c’è anche il campione di Formula 1, Trulli, che secondo le indiscrezioni sarebbe azionista di una società che lo studio legale panamense avrebbe registrato alle Seychelles.

Altro italiano coinvolto è Giuseppe Donaldo Nicosia, imprenditore, oggi latitante e coinvolto in una recente inchiesta della Procura di Milano. Sono due le banche italiane presenti nell’inchiesta: UBI Banca e Unicredit, in particolar modo sono coinvolte le sedi lussemburghesi di questi due colossi bancari. Entrambe fanno sapere che le operazioni fatte rispettano le normative vigenti in Lussemburgo.

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