Parigi è rimasta senza fiato di fronte a una svolta senza precedenti: Nicolas Sarkozy, ex presidente della Repubblica francese, è stato condannato a cinque anni di c@rcere per associazione a delinquere legata al presunto tentativo di ottenere finanziamenti illeciti dalla Libia per la campagna elettorale del 2007.
La sentenza, pronunciata dalla presidente del tribunale Nathalie Gavarino, ha previsto l’esecuzione provvisoria, rendendo inevitabile l’ingresso in c@rcere di Sarkozy nei prossimi giorni, prima dell’appello. Durante la lettura della sentenza, durata oltre quattro ore, l’aula ha osservato un silenzio teso, mentre Sarkozy, accompagnato dalla moglie Carla Bruni e dai tre figli, ha ascoltato la decisione dei giudici.
“Io sono innocente. Dormirò in c@cere, ma lo farò a testa alta”, ha dichiarato l’ex presidente, manifestando sorpresa e rammarico per la decisione. L’ordine di c@rcerazione sarà notificato il 13 ottobre, permettendo a Sarkozy di organizzare il proprio ingresso in prigione, probabilmente nel braccio “Vip” del c@rcere parigino della Santé, riservato a figure di spicco. Il tribunale ha riconosciuto colpevoli anche due stretti collaboratori di Sarkozy, gli ex ministri Claude Guéant e Brice Hortefeux, mentre Eric Woerth, tesoriere della campagna del 2007, è stato assolto.
La corte ha stabilito che, pur non essendo dimostrato l’arrivo dei fondi libici, l’ex presidente avrebbe “consentito ai suoi collaboratori di agire per ottenere sostegni finanziari” dal regime di Gheddafi, configurando il reato di associazione a delinquere. Le altre accuse, tra cui corruzione passiva e appropriazione indebita, sono state invece respinte.
L’episodio ha scosso non solo la politica francese, ma anche l’opinione pubblica, segnando un momento storico senza precedenti. La moglie Carla Bruni, visibilmente agitat@, ha strappato il copri-microfono di un giornalista al termine dell’udienza, gesto che ha sottolineato la tensione e la rabbia della famiglia. Sui social, Bruni ha voluto trasmettere un messaggio di solidarietà con il marito: “Love is the answer” accompagnato dall’hashtag #odiononprevarrà, confermando il sostegno alla figura di Sarkozy anche davanti alla vicenda giudiziaria.
Il condannato ha già annunciato che presenterà ricorso in appello, sottolineando che intende difendere la propria innocenza. Tuttavia, secondo il diritto francese, la presentazione del ricorso non sospende l’esecuzione della pena nei casi di particolare gravità, come quello in questione. L’ingresso in c@rcere di un ex presidente rappresenta una svolta storica per la giustizia francese e un momento di riflessione sul rapporto tra potere politico e responsabilità penale.