Russia, tra rivolta armata e colpo di stato: cosa sta succedendo?

La Russia è stata scossa da una crisi tra Putin e il capo dei mercenari Wagner, Prigozhin, per dell’Ucraina. Dopo un tentativo di colpo di stato da parte di Prigozhin, la situazione è stata risolta grazie alla mediazione del presidente della Bielorussia Lukashenko.

Russia, tra rivolta armata e colpo di stato: cosa sta succedendo?

La Russia è scossa da una grave crisi politica e militare, che vede contrapposti il presidente Vladimir Putin e il capo dei mercenari Wagner, Yevgeny Prigozhin. Quest’ultimo ha accusato i vertici dell’esercito russo di corruzione, menzogna e tradimento, e ha invitato i russi a unirsi a lui per una marcia su Mosca per rovesciare il governo.

Il Cremlino ha reagito con forza, definendo la mossa di Prigozhin un tentativo di rivolta armata, e promettendo di punire severamente i traditori. Cosa sta alla base di questo contrasto e quali sono le possibili conseguenze? Il gruppo Wagner è una società militare privata russa, che opera in vari scenari caldi in sostegno degli interessi del Cremlino. Tra questi, la Siria, la Libia, il Centrafrica e l’Ucraina.

Proprio quest’ultimo paese è al centro della disputa tra Prigozhin e il ministero della Difesa russo, guidato da Sergei Shoigu. Secondo Prigozhin, infatti, l’operazione speciale russa in Ucraina è stata basata su false motivazioni, volte a giustificare l’invio di truppe regolari e di mercenari senza alcun reale motivo. Prigozhin sostiene che non c’era alcun pericolo da parte dell’Ucraina o della Nato, e che il ministero della Difesa ha ingannato sia il popolo russo sia lo stesso Putin. Inoltre, Prigozhin ha denunciato che l’esercito russo ha marciato su un accampamento del gruppo Wagner in Ucraina, causando numerose perdite tra i suoi uomini.

Questo sarebbe stato un atto deliberato di sabotaggio e faida da parte di Shoigu, che avrebbe voluto eliminare i rivali e i testimoni scomodi. Prigozhin ha quindi annunciato una marcia su Mosca per portare la giustizia, la verità e per punire i funzionari corrotti. Ha anche chiesto ai militari russi di non opporsi alla sua avanzata e di unirsi alla sua causa. Il Cremlino non è rimasto a guardare e ha attivato il comitato nazionale antiterrorismo per contrastare la rivolta armata.

Putin ha rivolto un discorso alla nazione, in cui ha difeso l’operazione militare in Ucraina come una difesa della vita e della sicurezza del popolo russo. Ha accusato Prigozhin di tradimento e di ambizione personale, e ha promesso di difendere la Costituzione e lo Stato da ogni tentativo di sovvertimento. Ha anche invitato i mercenari a costituirsi in nome della ragione, assicurando che non subiranno conseguenze. La situazione è quindi molto delicata e incerta ma, nelle ultime ore, ha avuto una volta. Un ruolo chiave nella mediazione tra le parti lo ha avuto il presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko, alleato storico di Putin e vicino a Prigozhin. Lukashenko ha riferito di aver avuto colloqui con il capo dei mercenari, che avrebbe accettato di fermare l’avanzata verso Mosca e di ritirare le sue truppe in Ucraina.

Secondo il leader bielorusso, sarebbe stato raggiunto un accordo soddisfacente, con garanzie di sicurezza per i combattenti della Wagner. Lukashenko ha detto di aver agito in accordo con Putin, che avrebbe approvato la sua iniziativa. Poco dopo, lo stesso Prigozhin ha confermato la sospensione delle ostilità, in un messaggio audio diffuso su Telegram. Il leader dei mercenari ha dichiarato di voler evitare uno spargimento di sangue russo e di tornare verso sud. Ha però rivendicato la sua decisione come un gesto di responsabilità, senza fare riferimento a nessun accordo o compromesso. Ha anche sottolineato di essere arrivato a 200 chilometri da Mosca, anche se le fonti locali parlavano di una distanza maggiore. In questo modo, Prigozhin ha voluto dimostrare la sua forza e la sua determinazione, senza rinunciare alla sua posizione critica nei confronti del governo.

Continua a leggere su Fidelity News