La sonda europea Rosetta ha concluso venerdì la sua odissea nello spazio durata più di 12 anni, una missione storica che, secondo gli esperti, rivoluzionerà le teorie sull’origine del sistema solare e sull’apparizione della vita sulla Terra. Nonostante la sonda non fosse stata concepita per un atterraggio, gli ingegneri dell’Agenzia Spaziale Europea sono riusciti a compiere un atterraggio controllato sulla superficie della cometa Chury, intorno alla quale era in orbita da ormai più di 26 mesi.
Dopo una discesa di 14 ore, essendo partita da un’altezza di 19 km, la sonda è approdata alla velocità di 3,2 km/orari su una mole di 10.000 milioni di tonnellate di ghiaccio, pietra e sabbia che proseguirà la sua traiettoria verso l’orbita Jupiter. Quaranta minuti più tardi le onde radio della sonda sono arrivate sulla Terra con le informazioni catturate da Rosetta. “Posso confermare che la discesa è stata eseguita con successo”, ha dichiarato il capo della missione Patrick Martin dal centro di controllo di ESA in Darmstadt, Germania, dando ufficialmente per conclusa la missione iniziata nel novembre del 1993 con l’approvazione del progetto che solo 11 anni più tardi, nel marzo del 2004, lanciò Rosetta nello spazio a bordo del vettore Ariane 5.
L’obiettivo era raggiungere la cometa 67P/Churiumov-Guerasimenko, conosciuta come “Chury”, per cercare di trovare una risposta ad interrogativi sull’universo e aiutarci a conoscere meglio lo spazio, dato che questi asteroidi sono i corpi celesti più antichi del cosmo (la loro composizione si mantiene immutata per 4500 milioni di anni) e si ritiene che possano aver contribuito all’apparizione della vita sulla Terra al momento della grande esplosione.
La missione, costata 1,4 miliardi di euro e coinvolto più di 500 scienziati, ha avuto come uno dei suoi momenti più spettacolari l’atterraggio del robot Philae sulla cometa. Equipaggiato con una decina di strumenti di osservazione scientifica, Philae ha viaggiato come passeggero di Rosetta per dieci anni, anche se è riuscito a lavorare solo per 60 ore a causa del fatto che nel luogo dove era ubicato sulla cometa non c’era luce solare sufficiente per ricaricare le sue batterie.
Durante i primi anni nello spazio, per cercare di aumentare la sua propulsione, la sonda ha utilizzato i campi gravitazionali della Terra e di Marte. Si è avvicinata alla prima nel 2005 e nel 2009, e al pianeta rosso nel 2007. Nel 2010 ha sorvolato l‘asteroide denominato Letizia, situato tra l’orbita di Marte e di Jupiter, sul quale ha scattato oltre 400 immagini inedite. Nel 2011, Rosetta si trovava a 800 milioni di chilometri dal Sole. Fu allora che la si è fatta entrare in un “coma artificiale“, un’ibernazione durata 957 giorni con l’obiettivo di risparmiare energia. A gennaio del 2014 la sonda si è risvegliata per riprendere il suo cammino verso la cometa, che ha raggiunto ad agosto dello stesso anno.