Ritrovata la lettera eretica di Galileo Galilei

Un ricercatore italiano ha ritrovato a Londra, nella Biblioteca della Royal Society, la lettera di Galileo Galilei che gli costò l'accusa di eresia. In essa, Galileo spiegava la sua teoria sul movimento della Terra intorno al Sole.

Ritrovata la lettera eretica di Galileo Galilei

Un ricercatore italiano, ha ritrovato la lettera che costò a Galileo Galilei l’accusa di eresia. In essa, il padre della scienza moderna, spiegava la sua teoria sul movimento della Terra intorno al Sole.

La lettera, indirizzata all’amico Benedetto Castelli e scritta nel 1613, è stata ritrovata a Londra, nella Biblioteca della Royal Society.

La lettera di Galileo Galilei

A scoprire la lettera, nel mese di agosto, è stato un ricercatore italiano, Salvatore Ricciardo, dell’Università di Bergamo. Prima di rendere pubblica la scoperta il ricercatore l’ha studiata insieme ad un suo collega proveniente dalla stessa università, Franco Giudice, e ad un altro dell’università di Cagliari, Michele Camerota.

Il ricercatore ha dichiarato alla rivista Nature, che ha divulgato la notizia, “Non potevo credere di avere scoperto la lettera che tutti gli studiosi di Galileo credevano irrimediabilmente perduta” ed aggiunge “È ancora più incredibile perché la lettera non era custodita in un’oscura biblioteca, ma nella biblioteca della Royal Society”.

Il documento di sette pagine riporta la data del 21 dicembre 1613 e in essa Galileo, si firma con le sue iniziali G.G.
Nella lettera, il fisico, astronomo, filosofo e matematico italiano esponeva all’amico Benedetto Castelli la sua teoria sul movimento della Terra intorno al Sole; la stessa che era in antitesi con la teoria geocentrica, accettata dalla Chiesa, secondo la quale la Terra era immobile.

I ricercatori di tutto il mondo, appresa la notizia hanno espresso la loro opinione. Se alcuni ritengono necessari ulteriori verifiche c’è anche chi è entusiasta della scoperta; tra questi Allan Chapman, storico della scienza nell’Università di Oxford e presidente della Royal Society per la storia e l’astronomia.

Della stessa lettera esistono diverse copie e due versioni differenti custodite negli Archivi Vaticani. Quella inviata all’Inquisizione, indirizzata al domenicano Niccolò Lorini, riporta la data del 7 febbraio 1615. Rispetto a quella scoperta recentemente, quella indirizzata all’Inquisizione ha toni differenti che lasciano aperte nuovi spunti per la ricerca e la scoperta degli eventi del passato.

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