Riesce a scampare alla pena di morte ma si suicida

New York, Paula Cooper condannata a morte nel 1985, colpevole insieme ad altre tre compagne di classe di aver ucciso la sua insegnante di catechismo. Si sucida dopo due anni dalla sua scarcerazione

Riesce a scampare alla pena di morte ma si suicida

Era riuscita a cavarsela, a sfuggire alla pena di morte grazie all’abilità dei suoi avvocati Bill Touchette e Monica Foster e all’appello di clemenza di Giovanni Paolo II . Nel 1985 Paula Cooper appena quindicenne venne incriminata per l’omicidio della sua insegnante di catechismo Ruth Pelke 78 anni.

Commise l’omicidio col concorso di altre tre compagne di classe; nonostante ciò lei fu ritenuta l’unica responsabile perchè le altre tre testimoniarono tutte contro di lei. La sua pena inizialmente di 60 anni, fu ridotta a 30 per buona condotta. Trasferita in un carcere estremamente rigido, dove la disciplina era all’ordine del giorno, imparò a cucinare e rivelò, nel 2007, che non appena fosse uscita di prigione avrebbe voluto diventatere una cuoca.

Un’altra persona che durante la sua lunga detenzione le era stata vicina era il nipote della vittima, Bill Pelke che convinto che la nonna non avrebbe voluto la morte di quelle adolescenti, fondò un’associazione chiamata il “Jorney of Hope”. Paula Cooper promise a Bill che lo avrebbe aiutato a gestire questa associazione non appena la sua libertà condizionata fosse finita, ossia fra pochi mesi. Uscita di prigione a 45 anni aveva promesso anche che avrebbe girato gli Stati Uniti per trasmettere a tutti i giovani americani un messaggio chiaro e forte: “il crimine non porta a nulla!” e è una cosa sbagliata.

Ma evidentemente tutti questi buoni propositi non sono stati sufficienti a darle la forza di sconfiggere la sua fragilità emotiva che probabilmente era rimasta schiacciata da un evento così catastofico avvenuto nella sua vita. La polizia l’ha trovata senza vita davanti alla sua residenza di Indianapolis, morta per un colpo di pistola alla testa.

Non si capiscono ancora i veri motivi di un gesto così estremo. Una donna per era riuscita a scampare alla pena di morte, ad una detenzione di 30 anni; proprio ora che era ritornata libera di ricostruirsi una vita, preferisce farla finita. Forse il rimorso per aver ucciso una persona, forse la paura di non essere all’altezza della situazione e sentirsi inadeguata per affrontare una vita che non aveva mai vissuto. Purtroppo tutti questi interrogativi ed altri non potranno mai trovare una risposta perchè la sua protagonista è morta.

Continua a leggere su Fidelity News