Razzo cinese, scampato pericolo per l’Italia: caduto nell’Oceano Indiano

Dopo ore di allarmismi, arriva finalmente la buona notizia: il razzo cinese Lunga Marcia 5B, secondo gli esperti, è caduto nell'Oceano Indiano, vicino alle isole Maldive.

Razzo cinese, scampato pericolo per l’Italia: caduto nell’Oceano Indiano

Nella giornata di ieri, sulla città di Roma, sono state immortalate numerose foto del razzo cinese Lunga Marcia 5B. A catturarne per primo le immagini è stato l’astrofisico e divulgatore scientifico Gianluca Masi, fondatore tra l’altro di Virtual Telescope Project, di cui è attualmente il responsabile.

Proprio per la vicinanza dall’Italia, si è parlato di un possibile impatto al suolo con il sud Italia, ove la Campania e la Sicilia le regioni più a rischio. Nonostante molti esperti abbiano cercato di tranquillizzare i cittadini italiani, a Palermo si sono presi delle misure pesanti per la nottata del 9 maggio: “Fino alle 8.30 di domattina, la popolazione è invitata a restare all’interno di edifici, possibilmente lontano dalle finestre e nei piani non sottostanti il tetto”.

Il Lunga Marcia 5B cade nell’Oceano Indiano

Durante l’aggiornamento delle 04:30 della Protezione Civile viene smentita ufficialmente, dopo ore di panico per molti cittadini del nostro paese, l’impatto del razzo nel sud Italia: “Sulla base degli ultimi dati forniti dalla Agenzia Spaziale Italiana (ASI) al tavolo tecnico che ha seguito il rientro incontrollato in atmosfera del secondo stadio del lanciatore spaziale cinese “Lunga marcia 5B” è possibile escludere la caduta di uno o più frammenti del detrito spaziale sul nostro territorio”.

Mentre in queste ore l’ufficio per il volo umano dell’agenzia spaziale cinese Cnsa ha rivelato che il razzo è rientrato nell’atmosfera sull’Oceano Indiano, in un’area molto vicina alle isole Maldive e quindi non ci sono possibilità che dei frammenti possano essere caduti in Italia.

Il rientro viene successivamente confermato anche dal Comando di Difesa Aerospaziale del Nord-America (Norad). Durante le stime iniziali si è parlato del Nord Atlantico come plausibile punto di rientro, poi successivamente spostato nel bacino del Mediterraneo mentre ora l’ipotesi più accreditata resta che il rientro possa essere avvenuto sopra l’Oceano Indiano.

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