In Inghilterra un ragazzo di 19 anni stava guidando a 230 chilometri orari con la sua Audi A6, presa a noleggio, poi ha tagliato un semaforo rosso uccidendo un’altra persona.
Si tratta del giovane Addil Haroon che circa ventiquattro ore prima aveva noleggiato la macchina con cui è avvenuta la tragedia e il tragico incidente.
Poche ore prima dell’accaduto aveva postato una foto su Snapchat, servizio per mandare messaggi, in cui mostrava il tassametro che indicava 230 km/h accompagnato dal messaggio “catch me” (prendetemi). Poi l’incidente stradale, di cui è rimasto vittima Joseph Brown-Lartey, agente di marketing di soli venticinque anni.
Ad assistere all’incidente c’era una volante della polizia che ha visto il giovane Addil uscire dalla macchina e tentare la fuga su un taxi. Ma alcuni presenti lo hanno fermato. Il ragazzo ha più volte negato di essere coinvolto nella vicenda ma a inchiodarlo sono stati proprio i social network dove si era vantatro con gli amici di quello che era successo e aveva scritto che al massimo gli avrebbero dato un anno di carcere. Ora è stato condannato a sei anni di carcere con l’accusa di aver ucciso per guida spericolata, senza patente e senza assicurazione. Infatti, aveva solo una licenza provvisoria.
L’imprudenza e la voglia di vantarsi con gli amici hanno portato alla morte un giovane ragazzo innocente che passava di lì per caso. Quel giorno Addil aveva percorso in soli undici minuti la strada da Leeds a Rochdale e di questo si era vantato con gli amici su Snapchat. Poi in una strada residenziale si era scontrato con un’altra macchina. La vittima, Joseph, è morta sul luogo dell’incidente con gravi lesioni.
Gli agenti sul posto l’hanno descritto come il peggiore incidente a cui abbiano mai assistito. Hanno raccontato di non aver mai visto un incidente così grave in una strada residenziale.
Ora il procuratore generale sta valutando se questa condanna sia troppo bassa per il ragazzo colpevole. Infatti, sono state numerose le proteste da parte del pubblico. I genitori della vittima, Ian e Dawn Brown-Lartey, sconvolti per la tragica morte del figlio, hanno chiesto di rivalutare la pena. L’accusa ha detto che si tratta di mancanza di rispetto delle leggi della strada e della propria vita.