Quale sarà il destino del Green pass? In Svizzera lo deciderà un referendum

Il prossimo 28 novembre gli elettori svizzeri potranno esprimere il loro voto sulla legge covid-19 attraverso il secondo referendum dal mese di giugno e in particolare sul green pass obbligatorio per accedere ai luoghi chiusi.

Quale sarà il destino del Green pass? In Svizzera lo deciderà un referendum

Per la seconda volta in poco meno di sei mesi, gli elettori svizzeri esprimeranno il loro voto sul green pass o certificato sanitario: la nazione alpina è l’unico paese al mondo a dare ai suoi cittadini l’opportunità di esprime le proprie opinioni sulla legge covid attraverso un referendum. Così il 28 novembre prossimo il popolo svizzero potrà far sentire la sua voce alle urne.

Con il primo referedum del 13 giugno, la legge sul Covid-19 era sta approvata con il 60,2 per cento di voti a favore. Ma il gruppo apartitico “Amici della Costituzione” non demorde e richiede un secondo referendum perchè ritiene che la legge in questione conferisca alle autorità troppo potere politico, “privi le persone dei loro diritti” e sia “inutile e pericolosa“.

Come in molte città europee, nelle ultime settimane anche a Berna migliaia di persone si sono radunate nelle strade per protestare contro le numerose restrizioni adottate dal governo per frenare la diffusione del Covid-19, in particolare contro l’introduzione del green pass: dal 13 settembre anche in Svizzera è obbligatorio esibirlo per accedere a ristoranti, palestre, cinema e grandi eventi culturali e sportivi.

E in attesa del referendum tanto atteso da tutti coloro i quali denunciano una privazione delle libertà personali senza precedenti dall’inizio della pandemia ad oggi, l’associazione Children’s Health Defense, presieduta da Robert Kennedy Jr ha organizzato una manifestazione a Berna il giorno venerdì 12 novembre e un’altra a Milano sabato 13 novembre: “Dobbiamo dire a questi governi e agli amici della tecnocrazia, al club dei ragazzi miliardari della Silicon Valley, ai media mainstream e all’industria farmaceutica, che non tollereremo più il loro calpestamento dei diritti dei cittadini“, ha affermato Kennedy che invita tutti i cittadini coraggiosi a resistere pacificamente, a non rispettare gli editti illegittimi e non etici che scavalcano i diritti e le libertà fondamentali.

Parteciperanno alle suddette manifestazioni anche gli avvocati Linda Corrias e Francesco Scifo, noti per aver ottenuto una risonante vittoria contro il governo facendo dichiarare illegittimi i DPCM del 3 dicembre 2020 e del 14 gennaio 2021 che prevedevano l’obbligo di mascherine a scuola per i bambini sotto i 12 anni. Il 9 luglio scorso, infatti, il Tar del Lazio ha accolto il loro ricorso e condannato lo Stato italiano a risarcire i danni per i provvedimenti illegittimi.

I due professionisti, che hanno creato una collaborazione e una sinergia con l’associazione di Robert Kennedy, saranno in prima linea non solo come avvocati, ma anche come associazione a tutela dei diritti umani, “per rafforzare la speranza degli esseri umani verso quei valori più elevati che la nostra Alu, Associazione Liberamente Umani, tutela“, ha spiegato Linda Corrias in un intervista rilasciata alla redazione di Dentro La Notizia. Secondo l’avvocato Scifo l’eventuale “No svizzero” alla legge sul covid-19 sarebbe l’apripista per un “No europeo” che seguirebbe a ruota come un effetto domino. Secondo lui “è assolutamente giusto tutelare la salute, ma assolutamente sbagliato schiacciare i diritti inviolabili“.

Insieme a loro, oltre a Robert Kennedy, saranno presenti anche l’avvocato tedesco Reiner Fuellmich, il professor Wolfgang Wodarg ex membro del Parlamento Europeo, il dottor Sucharit Bhakdi, e “tutti gli uomini di buona volontà che hanno capito che bisogna opporti a questo stravolgimento dei rapporti tra cittadino e stato, che troverà un insormontabile ostacolo nell’unico sovrano che è il popolo“, afferma Scifo.

In riferimento alla possibile proroga dello stato di emergenza, la Corrias afferma che questa amplificazione delle misure di controllo rappresenta “il primo passo del progressivo annullamento della libertà individuale” in cui “lo Stato si eleva al di sopra della nostra capacità di scelta e decide quale è il nostro bene: emblematico tassello di ogni dittatura“. Sarebbe, secondo l’avvocato Scifo, l’ennesima dimostrazione inequivocabile della sospensione dei diritti costituzionali.

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