Putin non esclude soluzioni diplomatiche, ma avverte: "gli interessi della Russia non sono negoziabili"

Il presidente della Russia, Vladimir Putin, si è detto disposto a cercare "soluzioni diplomatiche" all'attuale crisi con l'Ucraina, ma ha anche avvertito che gli interessi del suo Paese non sono negoziabili

Putin non esclude soluzioni diplomatiche, ma avverte: "gli interessi della Russia non sono negoziabili"

Dopo aver riconosciuto l’indipendenza delle autoproclamate repubbliche separatiste di Donestsk e Lugansk, il presidente della Russia, Vladimir Putin, si è detto disposto a cercare “soluzioni diplomatiche” all’attuale crisi con l’Ucraina e l’Occidente definita dal primo ministro britannico Boris Johnson uno scenario simile a quello della Seconda Guerra Mondiale. In un discorso televisivo andato in onda oggi, in occasione della Giornata del Difensore della Patria, il presidente ha così risposto alle sanzioni imposte ieri da Stati Uniti, Unione Europea o Regno Unito, avvertendo però che gli interessi della Russia non sono negoziabili.

Il nostro Paese è sempre aperto al dialogo diretto e onesto per trovare soluzioni diplomatiche ai problemi più complessi. Tuttavia, gli interessi e la sicurezza dei nostri cittadini non sono negoziabili per noi“, ha detto Putin nel videomessaggio in cui si è detto sicuro che l’esercito russo difenderà gli interessi nazionali del Paese. “Continueremo a sviluppare sistemi di difesa avanzati, incluso il tipo ipersonico e quelli basati su nuovi principi fisici, e amplieremo l’uso di tecnologie digitali avanzate e intelligenza artificiale“, ha aggiunto.

La decisione del presidente russo Vladimir Putin di riconoscere le autoproclamate Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, nell’Ucraina orientale, e l’invio di truppe del Cremlino in quella parte della regione del Donbas controllata dai separatisti filorussi costituiscono non solo una violazione del diritto internazionale, ma anche un possibile preludio all’invasione su vasta scala del Paese, come denunciato dalla comunità internazionale.

L’annuncio di Mosca del dispiegamento di quelle che definisce “forze di pace” in quella regione solleva anche i timori per la recrudescenza di una guerra che dura dal 2014, che ha ucciso già 14.000 persone. Sia gli Stati Uniti che l’Unione Europea hanno annunciato un primo round di sanzioni economiche in risposta alla decisione russa.

Anche l’Australia ha annunciato il primo round di sanzioni contro la Russia. Il primo ministro Scott Morrison ha precisato che il Paese vieterà l’ingresso di otto membri del consiglio di sicurezza russo, ai quali applicherà sanzioni finanziarie, oltre a sanzioni contro industrie di vari settori come l’energia, l’estrazione mineraria e gli idrocarburi a Donestsk e Lugansk, oltre a istituti bancari come la VEB e la banca militare russa.

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