La guerra in Ucraina è ufficialmente iniziata. E presto potrebbe estendersi ad altre nazioni. Non è una profezia, ma una realtà raccontata dalle misure che la Nato sta mettendo in campo. Putin intima ai soldati ucraini di arrendersi e nello stesso tempo minaccia le altre nazioni: se qualcuno dovesse interferire nel conflitto andrà incontro a “conseguenze mai viste”, tuona il presidente russo, ormai determinato a smilitarizzare e snazionalizzare l’Ucraina.
La Nato sembra aver accettato la sfida e sta cominciando ad affilare le armi. L’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico ha aumentato lo schieramento di forze terrestri, aeree e marittimi sul fronte orientale. Lo ha confermato anche il presidente bielorusso Alexander Lukashenko: “Lungo il perimetro del nostro confine il potenziale militare della Nato sta aumentando rapidamente“. E forse, sarebbe il caso di aggiungere, pericolosamente.
Se Putin minaccia la Nato, la Nato minaccia Putin. Ottocento soldati americani sono già pronti a partire dalla base italiana di Vicenza per addentrarsi nei territori innevati dell’Est Europa. I caccia militari dell’Alleanza sono in piena allerta e stanno proteggendo i cieli europei, mentre decine di navi sono stanziate nel Mediterraneo.
La Nato si muove, di attrezza, si prepara dopo aver visto i suoi tentativi diplomatici incontrare occhi ciechi e orecchie sorde.Domani terrà un summit con i suoi principali Alleati sulle prossime mosse da compiere. Un summit a cui sono stati invitati anche Svezia e Finlandia, due nazioni che, essendo confinanti con la Russia, potrebbero rappresentare strategiche per i militari della Nato.All’incontro parteciperà naturalmente anche l’Italia, con Mattarella che ha già convocato il Consiglio Superiore della Difesa. Stessa cosa hanno fatto Francia e Inghilterra, con il premier britannico intenzionato a distruggere l’economica russa, la cui Borsa è già crollata del 50%.
Un obiettivo a cui punta anche l’Unione Europa, pronta inasprire le sanzioni contro la Russia, colpendo le sue banche e i settori strategici dell’economia russa, bloccando l’accesso a tecnologie e mercati fondamentali per Mosca. Cosa che ha fatto anche l’altra potenza asiatica: il Giappone.
La Cina per il momento resta a guardare, si è limitata a chiedere di evitare che la guerra sfugga di mano, evolvendosi in una escalation. Ma è speranza che non sembra condivisa dal presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, che ha detto poche ma profetiche parole: “Potrebbe essere l’inizio di una grande guerra nel continente europeo”. E sarebbe la terza.