Presidenza del Consiglio dei Ministri Ue: "Togliere l’alcol dal vino e aggiungere acqua"

Sta facendo discutere e preoccupare l'ipotesi sul tavolo di Bruxelles, Coldiretti parla di "inganno legalizzato". Le motivazioni dell' eventuale scelta riguarderebbero non solo motivi di salute, ma anche economici. Si potrebbero conquistare i mercati arabi.

Presidenza del Consiglio dei Ministri Ue: "Togliere l’alcol dal vino e aggiungere acqua"

Sta provocando un vespaio di polemiche l’ipotesi che in questi giorni si è discussa con la Presidenza del Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea, che avrebbe emanato un documento con cui si autorizzerebbe la cosidetta dealcolazione del vino nel processo produttivo. La misura, se dovesse entrare in vigore, riguarderebbe anche la produzione dei vini a denominazione DOC e non solo quelli da tavola. Si tratta, in sostanza, di aggiungere un certo quantitativo di acqua nel vino per rendere meno alcolica la bevanda. 

“Il documento circolato tra i ministri agricoli Ue è pericoloso perché compie un vero e proprio ‘salto di qualità’. Finora infatti le bevande dealcolate erano considerate come una categoria a parte che in nessun caso potevano essere confuse col vino” – così spiega in una nota Coldiretti, che si dice preoccupata dalle conseguenze che una prassi del genere potrebbe comportare, anche a livello meramente qualitativo del prodotto, che così non potrebbe essere chiamo vino, questo visto che le autorità europee ci hanno sempre tenuto alla genuinità dei prodotti. 

Perchè si vorrebbe prendere questa decisione?

Ma vediamo nel dettaglio quali sono i motivi che potrebbero portare l’Ue a prendere questa decisione. Ci sarebbero in primo luogo motivi legati alla salute: in questo modo si potrebbe evitare l’esagerato consumo di alcol da parte della popolazione, ma ci sarebbero anche motivi economici. Visto che le bevande alcoliche non sono bevute nei Paesi arabi per motivi strettamente religiosi, la bevanda “annacquata” in questa maniera favorirebbe il commercio in queste zone del mondo, conquistando nuove fette di mercato.

Come si diceva in apertura, il Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura e la Commissione hanno infatti aperto alla possibilità di ammettere la discussa pratica anche per i vini a denominazione d’origine, sia pure fissando alcuni limiti. Insomma il dibattito resta molto acceso, ma la notizia non è piaciuta a Coldiretti, che promette battaglia. 

“Nel documento Ue invece si parla dell’ipotesi di ridurre l’alcol come di quella di aggiungere acqua come di una ‘pratica enologica’. Ovvero una tecnologia che una volta approvata diventa utilizzabile su tutto il territorio Ue bypassando i limiti previsti dai disciplinari di produzione che invece hanno sempre svolto la funzione di frenare derive qualitative” – questa è la preocupazione espressa da Domenico Bosco, responsabile vitivinicolo di Coldiretti. 

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