Polonia: stop all’asta per vendere il lager nazista

E' stata fermata la vendita del lager di Belzec: le ferrovie polacche, proprietarie del lotto di terreno sul quale sorge lo storico complesso, l'avevano messo all'asta per 39.000 euro. Belzec fu uno dei campi di sterminio più terribili della Storia

Polonia: stop all’asta per vendere il lager nazista

E’ stata fermata la vendita del campo di sterminio nazista di Belzec, in Polonia: vista l’intensa e feroce ondata di polemiche che ha sconvolto il Paese, le Ferrovie PKP S.A. hanno deciso di annullare l’asta, e salvare quantomeno momentaneamente il lager. La motivazione ufficiale fornita dal gruppo è la “mancanza d’interesse”. Le stesse Ferrovie PKP S.A. hanno fatto sapere, all’interno del medesimo comunicato che annunciava l’annullamento dell’asta, che la decisione è stata presa “In accordo con il Museo di Stato Majdanek ed il Comune di Belzec, che penseranno ad una nuova destinazione d’uso per l’immobile in oggetto”.

L’ondata di proteste e manifestazioni organizzate dai cittadini indignati, ha quindi conseguito il suo scopo: per ora il lager di Belzec rimarrà lì dov’è, e non verrà smantellato per far posto ad altri progetti. “Non si tocca la nostra Storia” hanno urlato i manifestanti, inviperiti dal fatto che il Comune potesse permettere di eliminare una testimonianza storica così importante e terribile al contempo, di quelli che sono stati i tragici trascorsi del Paese.

Il campo di sterminio di Belzec venne aperto nel 1942, quando la Polonia risultava essere ancora sotto il controllo dei nazisti, allo scopo di “arianizzare” tutta l’area della Galizia e le regioni circostanti. Belzec rappresenta uno dei lager più terribili mai inaugurati dai tedeschi, in quanto non condivideva l’eufemistica definizione di “campo di lavoro” che potevano vantare altri lager, ma era stato specificamente creato sin dall’inizio quale “campo di sterminio“. Fu il secondo ad essere apertamente realizzato con questa denominazione, dopo quello di Chelmno.

Il lager di Belzec, operativo dal 17 Marzo 1942 alla fine di Giugno del 1943, venne parzialmente distrutto dalle forze delle SS Sonderkommando in fuga, ed è attualmente di proprietà delle ferrovie polacche, così come il terreno sul quale sorge. E le Ferrovie PKP S.A., che intendevano monetizzare con quel lotto, misero all’asta il lager per soli 39.000 euro. Una decisione incredibilmente irresponsabile, che ha indignato-tra gli altri-anche i membri dell’ANED, l’Associazione nazionale ex deportati dei campi nazisti.

Per questo l’ANED ha scritto una lettera aperta all’UE: “Facciamo appello all’Unione Europea, ed in particolare a Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la politica di Sicurezza, perché sia impedito lo smantellamento di questo luogo di memoria”. Un appello che non è rimasto inascoltato. Il lager di Belzec passò alla Storia come uno dei campi di concentramento più terribili mai realizzati dai nazisti. Numerose sono le testimonianze riguardanti le atrocità che vi vennero commesse; si stima che a Belzec, tra il 1942 ed il 1943, morirono tra le 500.000 ed il milione di persone.

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