Polonia: il docufilm sulla pedofilia nella Chiesa sta dividendo in due il paese

Negli ultimi giorni in Polonia sta suscitando molto clamore un documentario che ha messo in piazza il problema degli abusi su minori commessi all’interno della Chiesa cattolica nazionale.

Polonia: il docufilm sulla pedofilia nella Chiesa sta dividendo in due il paese

Quello prodotto dai fratelli Tomasz e Marek Sekielski è un documentario che sta dividendo l’opinione pubblica polacca. Intitolato Tylko nie mow nikomu, ossia Non dirlo a nessuno, è entrato nel merito di quello che il è problema della pedofilia all’interno della Chiesa cattolica nazionale.

Diffuso su Youtube, il documentario è diventato immediatamente uno dei video più visti dagli internauti. Per dare un’idea, al momento è stato visionato da oltre 18 milioni di persone, il che la dice lunga su quanto il tema sia sentito in un paese in cui abitano quasi 40 milioni di persone.

Da anni la Polonia è considerata uno dei paesi più cattolici del continente. In alcuni casi la devozione e il legame con la Chiesa è ritenuto un dovere sociale al quale non è possibile sottrarsi. Più del 40 per cento della popolazione partecipa regolarmente alla messa domenicale, riconoscendosi in un’istituzione che non solo ha plasmato l’identità nazionale, ma ha anche rappresentato un caposaldo nel quale rifugiarsi durante il periodo comunista.

In considerazione di ciò, un video in cui si diffondono le testimonianze di persone oggetto delle attenzioni particolari di alcuni preti, mette in crisi la colonna portante attorno al quale la Polonia si è aggrappata negli ultimi decenni. Dalle ricostruzioni fornite dalle vittime oggi adulte, si mettono a nudo dei dettagli inquietanti che gettano molti dubbi su come il problema sia stato affrontato dalle autorità ecclesiastiche.

Oltre a ciò, con una telecamera nascosta è stato anche possibile rintracciare alcuni dei preti che si sono macchiati di questi crimini. Le stesse vittime – trovando a distanza di decenni la forza di affrontare i propri aguzzini – hanno chiesto un confronto nel quale hanno esposto tutta la loro rabbia e frustrazione. Riconoscendo le loro responsabilità, in alcuni casi i sacerdoti si sono dimostrati pentiti, in altri hanno offerto delle somme di denaro per mettere tutto a tacere.

Il video ha comportato una dura reazione della classe politica: dall’opposizione hanno chiesto di fare chiarezza, mentre il PiS, il partito ultraconservatore al governo, si è limitato ad incrementare le pene per chi si macchia di questi crimini, sottraendosi però dall’approfondire il dibattito su quello che rimane il problema della pedofilia nella Chiesa. A detta degli osservatori, la mossa si è resa necessaria in quanto gran parte delle istituzioni ecclesiastiche è strettamente legata al partito al governo, che preferisce mettere a tacere quello che in verità si sta dimostrando essere uno scandalo.

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