Sono ancora in corso le ricerche di una coppia di genitori polacchi accusati di aver “rapito” la loro neonata dall’ospedale di Bialogard, Pomerania Occidentale. La bimba è nata il 14 settembre scorso e, dopo appena un giorno dalla sua nascita, un giudice ha pronunciato la decadenza della potestà genitoriale e, con rito abbreviato, ha nominato un tutore per la minore: i neo genitori sono responsabili di non aver consentito la vaccinazione e la somministrazione della vitamina k alla loro figlia nel suo primo giorno di vita. In Polonia, infatti, il piano vaccinale obbligatorio prevede l’inoculazione della prima dose del vaccino contro la tubercolosi entro 24 ore dalla nascita.
Lunedì scorso l’ufficio del Procuratore Distrettuale di Białystard ha avviato un’indagine per accertare se il comportamento dei neo genitori possa esporre la bambina a pericolo di vita o di gravi lesioni. A suo parere, si tratta di un crimine che viola l’articolo 160, par. 2, del Codice Penale, punito con il carcere fino a 5 anni. “È un caso estremamente difficile, perché vi è stata una chiara collisione tra le due parti che hanno il diritto di prendersi cura del neonato, cioè genitori e medici”, ha affermato il procuratore.
In un video che sta circolando su internet il padre della neonata spiega i motivi per i quali lui e la mamma della bimba hanno deciso di portarla via dall’ospedale: “Ci è stata negata la ricerca della carenza di immunità congenita, che è una controindicazione assoluta alla vaccinazione contro la tubercolosi”. L’uomo sostiene inoltre di non aver ricevuto le informazioni richieste ai medici circa la preparazione della vitamina K e denuncia il fatto che il foglietto illustrativo di tale farmaco in polacco non esiste.
Un consulente nazionale nel campo della neonatologia, prof. Ewa Helwich, ritiene che non sussistessero i presupposti per denunciare il caso al tribunale della famiglia. A suo parere, c’è stata una mancanza di pazienza e di conversazione serena tra il personale medico e i genitori. E’ però delle ultime ore la notizia che i genitori hanno riacquistato i diritti genitoriali e l‘ospedale è stato denunciato per aver voluto somministrare la vitamina k, pratica abolita in Polonia da ormai due anni.
La notizia del “rapimento” della neonata polacca, inizialmente riportata solo dai media locali, si è diffusa anche nel nostro Paese, dove il tema dell’obbligatorietà dei vaccini imposta dal decreto Lorenzin è più che mai acceso e la questione della mancanza di una valutazione obiettiva dell’effetto di 10 vaccini sul sistema immunitario di un bambino di pochi mesi sta dividendo l’opinione pubblica, così come i medici, gli scienziati e gli stessi politici.