Patologia misteriosa in Congo, parla dottoressa italiana: "Qui non sanno nulla"

A parlare è Teodora Chiocci che lavora come dottoressa volontaria per Amka. La giovane spiega come il Congo sia un Paese molto grande e non esistono telefonini o altri mezzi di comunicazione per informarsi, per questo la gente non sa nulla.

Patologia misteriosa in Congo, parla dottoressa italiana: "Qui non sanno nulla"

Sta destando molta preoccupazione quello che sta avvenendo in Congo, dove da settimane è in corso una epidemia circa una patologia al momento sconosciuta. Sono tante le ipotesi che si stanno susseguendo ma per adesso pare non essercene nessuna valida. Ipotesi appunto, che sono al vaglio delle autorità sanitaria tra cui l’OMs che ha portato già alcuni funzionari sul posto.ù

L’epidemia da quanto appreso avrebbe colpito la zona di Panzi, un’area molto estesa provocando oltre 300 contagi in pochissimo e una trentina di decessi. Tra i sintomi di questa patologia misteriosa ci sono febbre, mal di testa, quindi quelli tipidi dell’influenza uniti però ad una misteriosa anemia che colpisce e peggiora improvvisamente portando al decesso alcuni pazienti. Adesso a parlare è una dottoresaa italiana che ha spiegato la situazione.

“Qui non sanno nulla!” Parla dottoressa italiana

Teodora Chiocci è una giovane dottoressa italiana che lavora in Congo come volontaria per Amka. La giovane dottoressa si è trasferita da tre mesi in Congo dove opera in moltissimi villaggi del Paese e parlando con i colleghi dell’agenzia Ansa ha spiegato come il Congo sia un Paese enorme in cui non esistono mezzi di comunicazione di massa. 

“Il Congo è un Paese gigantesco e io mi trovo a Lubumbashi, la seconda città più grande che si trova nel Katanga, regione lontana dal punto di emergenza. Qui ho detto io loro di questa situazione sanitaria perché non c’è un sistema di comunicazione ufficiale nazionale, soprattutto nei villaggi dove opero non ci sono i telefoni. Siamo in un contesto in cui non c’è disponibilità di test per fare diagnosi corrette. Magari quindi quella che per adesso qui è una malattia sconosciuta e misteriosa è invece nota in Occidente” – così ha spiegato la dottoressa che quindi non fa allarmismi di sorta.

Infatti anche dalle prime segnalazione che arrivano dall’OMS pare che la situazione possa essere in qualche modo contenuta, e i numeri che stanno emergendo hano ridimensionato l’allarme anche se ad esempio il nostro Paese ha alzato le misure di sicurezza negli aeroporti proprio per i voli provenienti da tale Paese africano. “Mi occupo di malattie infettive, della salute dei bambini e della loro nascita, di malnutrizione. Qui in Congo la popolazione è abituata alle emergenze sanitarie, abbiamo avuto il colera, ebola, il monkeypox (vaiolo delle scimmie)” – così ha spiegato Teodora. La giovane ha spiegato di essere stata avvisato due giorni fa dell’emergenza con un messaggio giunto sul suo telefono da parte dell’ambasciata italiana in Congo, che avvisava i nostri connazionali a non recarsi nella zona di Panzi.

“Da quello che si dice qui e da quello che dicono i media la malattia è attiva da ottobre ma il governo lo ha saputo da fine novembre, perché probabilmente nella zona oggetto dell’emergenza la situazione è sfuggita di mano, ma è subito intervenuto. In ogni caso ci sono equipe mediche sul posto per fare test necessari. Non c’è nessun panico, nessun allarme, al momento” – così afferma Gabriele Salmi, presidente della comunità italiana in Katanga.

 

 

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