Questa mattina all’alba, secondo quanto riporta il quotidiano transalpino “Le Monde”, l’ex presidente della repubblica francese e leader dell’UMP (il partito neogollista della destra moderata) Nicolas Sarkozy è stato condotto in stato di fermo presso un commissariato della periferia parigina, per essere sentito a proposito dello scandalo dei finanziamenti libici alla sua campagna presidenziale (vinta) nel 2007.
L’inchiesta sarebbe iniziata nel 2007 quando il portale l’inchieste “Mediapart” pubblicò alcuni documenti riservati dai quali si evinceva che il leader libico (poi rovesciato dallo stesso Sarkozy nel 2011), Muammar Gheddafi, aveva finanziato la campagna presidenziale del politico francese con tangenti da 50 milioni di euro in denaro contante.
Nell’operazione, a fare da intermediario, fu il businessman francese, di 58 anni, Alexandre Djouhri, già fermato nel Gennaio scorso mentre era in partenza presso l’aeroporto britannico di Heathrow, in seguito all’emissione – da parte di Parigi – di un mandato di arresto internazionale: attualmente l’uomo attende – con una decisione che verrà presa nell’udienza del 17 aprile – di sapere se dovrà essere estradato in Francia.
Nonostante tale episodio, mai prima d’ora Sarkozy era stato sentito in merito alla vicenda, benché fosse già stato incriminato per una vicenda “collaterale”, ovvero l’aver sforato di 20 milioni di euro il tetto – fissato per legge – dei 22,5 milioni investibili nella campagna elettorale del 2012: stamani, quindi, sarebbe stato condotto presso gli uffici della polizia giudiziaria di Nanterre, un quartiere a nord-ovest di Parigi, nel dipartimento dell’Île-de-France, per essere interrogato in stato di fermo: tale situazione potrebbe durare anche 48 ore prima che venga portato al cospetto del magistrato per l’incriminazione ufficiale.
Nella medesima mattinata, negli uffici della polizia giudiziaria sarebbe stato sentito anche un suo ex collaboratore e ministro, Brice Hortefeux che – però – a differenza di Sarzozy non sarebbe in stato di fermo, e sarebbe stato ascoltato in regime di “libera audizione”, insomma come persona informata sui fatti.
L’attuale premier francese Édouard Philippe, nominato dal nuovo presidente Emmanuel Macron, intervistato sull’accaduto, ai media non ha rilasciato particolari dichiarazioni, adducendo la motivazione di una “relazione intrisa di rispetto“, posto che – nel 2007, dopo l’elezione di Sarkozy a presidente della Republique, era stato il collaboratore dell’allora suo ministro dell’agricoltura, Alain Juppè (altro co-fondatore dell’UMP, a sua volta condannato nel 2004 per abuso d’ufficio e distrazione di fondi pubblici).