La sala del buco è uno degli argomenti più controversi in Francia di questi tempi, a causa delle recenti disposizioni che consentiranno di aprire, per la prima volta nella storia del Paese, un locale specifico per la somministrazione di droghe pesanti all’interno di un ospedale pubblico.
L’iniziativa fa parte di un modello sperimentale volto ad emulare quanto già accade in Svizzera ed in altri Paesi occidentali (Olanda, Spagna, Danimarca, Lussemburgo, Norvegia, Germania, Canada e Australia) dove drogati vengono tenuti sotto controllo mediante questo sistema, in maniera tale che possano fare liberamente uso di sostanze stupefacenti in un ambiente controllato e protetto.
L’obiettivo è quello di limitare la proliferazione di malattie trasmissibili mediante lo scambio di siringhe, e mantenere al contempo il decoro dei luoghi pubblici, spesso scelti dai tossicodipendenti come posti ideali per “farsi una dose”. L’apertura della prima sala del buco francese è stata programmata per questo venerdì (12 ottobre, ndra) in un ospedale di Parigi, ma molti si sono dichiarati contrari a questo progetto.
Non solo le associazioni di Destra, bensì anche diversi movimenti cittadini si sono espressi contrariamente rispetto all’inaugurazione della struttura, lamentando l’incongruenza secondo la quale il consumo di droga, in quanto illegale, non dovrebbe venire incentivato da parte dello Stato.
Chiaramente non si tratta di un’attività commerciale di qualsivoglia genere, ma semplicemente di un ambiente sicuro all’interno del quale, dalle 13:30 alle 20:30 e dal lunedì alla domenica, i tossicodipendenti potranno recarsi la droga che essi stessi si saranno procurati altrove sotto la vigilanza di personale medico ed infermieristico. In aggiunta a tutto ciò, la sala del buco sarà una sorta di zona franca, dove chi vorrà drogarsi non dovrà temere in alcun modo conseguenze di natura legale.