Paraguay: incinta a 10 anni dopo lo stupro, ma la legge non consente l’aborto

Amnesty International sta facendo pressioni sul Paraguay affinché consenta ad una bambina di 10 anni, vittima di stupro da parte del patrigno, di abortire. Nel paese gli aborti sono consentiti solo in caso di gravi rischi di salute per la madre

Paraguay: incinta a 10 anni dopo lo stupro, ma la legge non consente l’aborto

Il Paraguay è sotto pressione da parte di Amnesty International dopo che il governo del paese ha negato l’aborto ad una bambina di 10 anni, rimasta incinta dopo uno stupro.

Per il crimine è stato arrestato sabato un uomo di 42 anni, il patrigno della piccola. L’uomo, che si chiama Benitez Gilberto Zarate, era fuggito non appena era stata scoperta la gravidanza della bambina, ma dopo la cattura ha negato alla polizia ed ai media di essere coinvolto nella terribile vicenda.

Il gruppo internazionale di diritti umani sta facendo pressioni sul governo Paraguayano affinché permettano alla piccola di abortire, una procedura che finora è stata bloccata dagli ufficiali sanitari locali. Nel paese sudamericano infatti gli aborti sono illegali, a meno che non vengano effettuati in casi in cui la salute della madre è a grave rischio.

Il Ministro della Salute del Paraguay Antonio Barrios ha commentato la vicenda dicendo che finora non ci sono indicazioni che la salute della bambina, che è ora alla 22esima settimana di gravidanza, sia a rischio.

La famiglia della bambina continua però a chiedere che le sia concesso l’aborto, ed Amnesty International è dalla loro parte. Il gruppo difensore di diritti umani afferma che l’età della bambina dovrebbe rientrare nell’eccezione riguardante la salute, sostenendo che la gravidanza pone un grande rischio di salute per le giovani il cui corpo non sia ancora pienamente sviluppato.

Amnesty ha anche sostenuto che le leggi del paese sono troppo restrittive, facendo notare il fatto che non consentono ulteriori eccezioni in caso di stupro. “L’impatto psicologico e fisico sulla giovane bambina nell’obbligarla a portare avanti una gravidanza non desiderata è paragonabile alla tortura, ha detto Guadalupe Marengo di Amnesty International. “Le autorità del Paraguay non possono rimanere impassibili mentre questa giovane sopravvissuta allo stupro è obbligata ad affrontare ulteriori agonie e tormenti.”

I dottori hanno scoperto che la bambina era incinta dopo che è stata ricoverata per dolori addominali il 21 aprile scorso. La scoperta della gravidanza ha fatto partire subito le indagini, con l’arresto della madre della giovane, accusata di non aver vigilato abbastanza, e con il mandato di cattura verso il patrigno, accusato dello stupro della piccola.

Il dipartimento di giustizia deciderà chi avrà l’affidamento della bambina e di sua figlia dopo la nascita“, ha detto Barrios.

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