Papa Francesco, appena decollato da Fiumicino per raggiungere il Cile, ha fatto distribuire una foto, scattata nel ’45 dal fotografo americano Joseph Roger O’Donnell, ai giornalisti in viaggio con lui.
Poi il pontefice l’ha spiegata: “È un bambino col suo fratellino alle spalle morto, aspettano il turno davanti al forno crematorio a Nagasaki dopo la bomba. Mi sono commosso quando l’ho vista e ho osato scrivere: ‘Il frutto della guerra’”. Ha continuato dicendo che “un’immagine del genere commuove e più di mille parole” per questo l’ha voluta condividere con i giornalisti ringraziandoli per il loro lavoro.
Un giornalista, provocato dall’immagine, è entrato nel tema di una possibile guerra, dal Papa si è sentito rispondere che egli ha davvero paura, perchè ormai il limite è stato raggiunto, un nonnulla, anche un semplice incidente potrebbe innescare la guerra. E’ necessario – ha detto papa Bergoglio – distruggere le armi, cominciando a lavorare per il disarmo nucleare.
Quello che papa Francesco inizia oggi è il ventiduesimo viaggio internazionale, il sesto in America latina. Parlando del viaggio papa Francesco ha detto ai giornalisti che avendo studiato per un anno in Cile, lì ha molti amici e non prevede molte difficoltà, mentre il Perù lo conosce meno, lo ha frequentato poco, tre volte in tutto per incontri e convegni. Per primo il Papa visiterà il Cile e si fermerà fino al 18 gennaio, quindi si recherà in Perù dove si fermerà fino al 21 gennaio.
Significativo, a metà viaggio, l’incontro a Puerto Maldonado, in Perù con le popolazioni dell’Amazzonia. E la prima visita di un Papa in territorio amazzonico, momento assai importante e forse anche preparatorio al sinodo straordinario sull’Amazzonia, che si terrà a Roma nel 2019 per convocazione dello stesso Papa.
Tra i tempi che molti pensano possano essere toccati da papa Francesco: la pedofilia, le tensioni tra Chiesa e l’attuale presidente del Perù Kuczynski che nei giorni scorsi ha concesso l’indulto ad Alberto Fujimori, l’ex presidente (1990 – 2000), in carcere per reati gravi. La Chiesa e non solo, teme che l’indulto sia stato concesso per non mettere il presidente in stato d’accusa. Il governo vorrebbe che Papa Francesco non toccasse il tema dei diritti umani ma, si sa, su questo argomento sarà difficile mettere a tacere il pontefice.