Il viaggio di Papa Francesco, da poco conclusosi in terra peruviana, è stato definito come un vero “tsunami dello Spirito“, che ha gettato semi di speranza tra la gente. Sono stati giorni particolarmente forti, in cui il Papa ha avuto la delicatezza di farsi prossimo in varie occasioni. E’ bene ricordare l’incontro con alcuni detenuti, il discorso affrontato sul tema ecologico e la riflessione fraterna e allo stesso tempo chiara ad alcune realtà della vita consacrata.
Ai detenuti che vivono l’amarezza di aver ferito persone innocenti sarà rimasto il ricordo dell’abbraccio sperimentato in occasione della visita del Santo Padre a Lima giorno in cui è stata loro concessa la possibilità di uscire dal carcere. E’ bello ricordare quando il Papa, durante il Giubileo della Misericordia ai detenuti, nel 2016, aveva detto: “Tutti abbiamo la possibilità di sbagliare: tutti”.
In quell’occasione il Papa aveva ricordato i diversi tipi di prigione esistenti: “quando si rimane chiusi nei propri pregiudizi, o si è schiavi degli idoli di un falso benessere, quando ci si muove dentro schemi ideologici o si assolutizzano leggi di mercato che schiacciano le persone”. Queste, ha detto papa Francesco, sono: “le strette pareti della cella dell’individualismo e dell’autosufficienza, privati della verità che genera la libertà”. Aveva suggerito inoltre di non puntare mai il dito contro chi ha sbagliato e di non nascondersi dietro alle proprie contraddizioni.
Papa Francesco, incontrando nella foresta amazzonica più di 400 etnie, ha affrontato il tema ecologico sia nel suo aspetto umano di attenzione alle persone, nella loro dignità, sia nel rispetto per la terra. Ha richiamato i valori riguardanti la difesa della vita, della terra e delle diverse culture delle popolazioni indigene. Il Papa ha esortato quindi al dialogo, al rispetto, al riconoscimento di tradizioni, idiomi diversi.
Nell’incontro con i religiosi invece, Papa Francesco ha sottolineato il bisogno di unità all’interno della Chiesa, ha invitato i consacrati ad essere uno, uniti dalla fede, dalla speranza e dalla carità. Ancora una volta ha richiamato ad essere una “Chiesa in uscita”, pronta ad accogliere tutti, soprattutto i più deboli e coloro che hanno più bisogno.