“Qui non posso fare a meno di esprimere il dolore e la vergogna che sento davanti al danno irreparabile causato a bambini da parte di ministri della Chiesa“. Papa Francesco, come era prevedibile, è andato giù dritto con le sue parole, toccando una delle piaghe più gravi della chiesa cilena: la pedofilia da parte di alcuni membri della chiesa.
Le scuse del Papa sono inserite nel contesto del discorso alle autorità e alla società civile del Cile presso il Palazzo della Moneda. Un forte applauso ha interrotto le sue parole, ma subito il Papa ha continuato formulando la richiesta di scuse: “Desidero unirmi ai miei fratelli nell’episcopato, perché è giusto chiedere perdono e appoggiare con tutte le forze le vittime, mentre dobbiamo impegnarci perché ciò non si ripeta“.
Il primo atto di Papa Francesco giunto a Santiago è stato quello di fermarsi, in un fuori programma significativo, a pregare sulla tomba del “Vescovo dei poveri“, monsignor Enrique Alvear Urrutia, nella parrocchia di San Luis Beltran. Il Vescovo, morto nel 1982, è amato da tutta la popolazione per aver sempre lavorato a fianco dei più deboli e bisognosi.
Mentre papa Francesco dava inizio al suo viaggio apostolico, altre tre chiese cattoliche, in Cile, venivano incendiate durante la notte. Già nei giorni scorsi, ancor prima del suo arrivo, alcuni manifestanti contrari alla visita del Papa ne avevano incendiate sei. La protesta continua.
A parlarne sono i media locali che riferiscono che due delle tre chiese colpite si trovano in una località a 700 km da Santiago, a Cunco, nella regione dell’Araucania, la stessa che papa Bergoglio visiterà nella giornata di domani. I vigili del fuoco ritengono che le due chiese siano state incendiate contemporaneamente. La terza chiesa incendiata, dedicata alla Madre della Divina Provvidenza, si trova a Puente Alto, in periferia di Santiago.