“Il cuore non si può ‘photoshoppare’, perché è lì che si gioca l’amore vero, è lì che si gioca la felicità“- un linguaggio mai usato da un Pontefice -una frase in sintonia con quanto il Papa andava dicendo all’Angelus nella Plaza de Armas in Lima. Alle migliaia di giovani che lo ascoltavano, Papa Francesco ha confessato che i loro volti, le loro aspirazioni, la loro vita sono importanti per la vita della Chiesa e li ha invitati a non “avere paura di amare Gesù e mettersi in gioco per Lui”.
“Un esempio? San Martín de Porres, un giovane che nonostante una vita di privazioni, e a giudizio degli amici ‘perdente’ – ha detto Papa Francesco – è stato capace di realizzare i suoi sogni spendendo la sua vita per gli altri e amando. Ed è riuscito a farlo perché aveva sperimentato che il Signore lo aveva amato per primo”.
Papa Bergoglio ha ricordato ai giovani che la fatica, le avversità accompagnano i giorni dell’uomo, ma li ha invitati a non perdere la speranza, a non dimenticare mai che i santi “dal cielo ci accompagnano” e che anche accanto a noi ci sono persone sagge che esprimono gioia e pace e sono in grado di farsi compagni di viaggio “nel cammino della vita“, sono i ‘santi’ di questa terra.
“Se vi decidete per Cristo – ha detto ancora il Papa – Lui vi condurrà sulla via delle beatitudini, una via per niente facile ma appassionante, una via che non si può percorrere da soli, ma in gruppo, dove ciascuno può collaborare dando il meglio di sé”. Il Signore non smette mai di guardare all’uomo con speranza, può succedere a noi ma non a Lui.
Qui papa Francesco ha portato l’esempio del fotoritocco dicendo che le foto ritoccate, i filmini con l’aggiunta di filtri sono sempre più belli della realtà, ma ha ricordato che “non possiamo fare il ‘photoshop’ agli altri, alla realtà, a noi stessi“. Bergoglio con la dolcezza di un padre ha poi aggiunto: “Lasciate che vi dica che il cuore non si può ‘photoshoppare’, perché è lì che si gioca l’amore vero, è lì che si gioca la felicità“.
Gesù, ha detto il Papa, non gradisce un cuore truccato, perché Lui ci ama così come siamo e per ciascuno ha un sogno, un progetto da realizzare. Gesù non si scoraggia mai riguardo a noi, basta leggere nelle Bibbia chi sono le persone da lui scelte: Mosè balbuziente; il vecchio Abramo; Geremia troppo giovane; Zaccheo di bassa statura; i discepoli che al momento del bisogno si addormentarono; Paolo il persecutore dei cristiani; Pietro che lo rinnegò…
Tutto ciò che a Gesù interessa – ha detto Papa Francesco – è il nostro amore, la nostra capacità di amare gli altri, di servirli. Tutto il resto non conta. Alla domanda “vuoi seguirmi ed essere mio discepolo?”, non rispondete perdendo tempo a mascherare il cuore – ha suggerito il pontefice – ma riempite la vostra vita di Spirito Santo!”.
L’invito conclusivo del Papa è stato quello di andare avanti, senza scoraggiamenti: “Perché la vita merita di essere vissuta a fronte alta“.