Papa Francesco, a Nagasaki, invita a dire no agli armamenti nucleari

Il Papa all'Atomic Bomb Hypocenter Park ha chiesto di riflettere: le armi nucleari non difendono nessuno e richiedono risorse preziose che potrebbero venire utilizzate per aiutare lo sviluppo dei popoli.

Papa Francesco, a Nagasaki, invita a dire no agli armamenti nucleari

Da due giorni Papa Francesco si trova in Giappone nel suo 27mo viaggio all’estero. Nagasaki e Hiroshima, due città drasticamente coinvolte dal dramma della bomba atomica, non possono che attendersi da Papa Bergoglio un appello contro gli armamenti nucleari.

A Nagasaki Papa Francesco, ricordando che la città è testimone delle conseguenze cui può portare un attacco nucleare, ha ribadito che “la pace e la stabilità internazionale sono incompatibili con qualsiasi tentativo di costruire sulla paura della reciproca distruzione o su una minaccia di annientamento totale“. Poi ha chiesto “di alzare la voce contro la corsa agli armamentiche sprecano “risorse preziose” utilizzabili invece per “lo sviluppo integrale dei popoli“.

La pioggia dirompente non ha fermato la visita del Papa all’Atomic Bomb Hypocenter Park che si trova nel Parco della Pace, a Nagasaki: qui nell’agosto del 1945, venne sganciata la seconda bomba atomica, dopo quella su Hiroshima. Ad accogliere il Papa c’erano il governatore e il sindaco di Nagasaki, e con loro c’erano anche due vittime che hanno offerto a Francesco una ghirlanda di fiori da deporre ai piedi del monumento dove egli si è fermato in silenzio per una preghiera prolungata. Poi Papa Francesco ha dato una definizione a Nagasaki, asserendo che è una città che “ci rende più consapevoli del dolore e dell’orrore che come esseri umani siamo in grado di infliggerci“.

L’appello di Papa Bergoglio si è poi concentrato nell’invito di contrastare gli armamenti nucleari perché “un mondo senza armi nucleari” oltre che possibile è anche necessario.  Ai leader politici ha detto di non dimenticare che alla fin fine le armi nucleari non ci difendono “dalle minacce alla sicurezza nazionale e internazionale del nostro tempo“, come a volte si pensa.

Tra i presenti, che Bergoglio ha salutato, c’erano anche la moglie e il figlio di Joe O’Donnell, il fotografo divenuto simbolo dell’esplosione atomica avvenuta a Nagasaki, in particolare per la foto di un bambino che sulle spalle porta al forno crematorio il fratellino morto. Un paio d’anni fa il Papa aveva fatto stampare la stessa immagine per distribuita ai giornalisti con la didascalia: “Il frutto della guerra“.

Dopo la visita all’Atomic Bomb Hypocenter Park, Francesco ha voluto visitare Nishizaka Hill, dove nel 1597 San Paolo Miki e altri 25 compagni furono giustiziati, riconosciuti martiri dalla Chiesa. La messa è stata celebrata presso lo stadio di baseball di Nagasaki, dove con il Papa hanno pregato circa 35 mila persone.

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