Un’accusa pesantissima quella che arriva dal Comitato dell’Onu per i diritti dell’infanzia. Un’accusa che fa rabbrividire, e che alimenta i dubbi e le polemiche verso la chiacchieratissima e temutissima polizia brasiliana. Secondo il Comitato, infatti, la polizia starebbe uccidendo i bambini di strada per rendere Rio de Janeiro una città più vivibile e per ripulirne l’immagine, in vista delle Olimpiadi che si terranno nella metropoli brasiliana la prossima estate.
Secondo il quotidiano locale Estado de S. Paulo, infatti, il Comitato starebbe preparando un preoccupante dossier nel quale viene descritta, con toni decisamente allarmanti, la condizione dei bambini e degli adolescenti di Rio de Janeiro. Inoltre, questa notizia esce all’indomani della pubblicazione dell’Annuario brasiliano di pubblica sicurezza, che ha fatto registrare un aumento degli omicidi nel 2014: quasi 3mila in più rispetto all’anno precedente, toccando quota 58.559.
Si tratterebbe di vere e proprie esecuzioni sommarie, secondo il Comitato, e la polizia sarebbe direttamente coinvolta in questa situazione, uscendone molto spesso ‘pulita’. Secondo Renate Winter, che di certo non fa giri di parole, afferma: “esiste un’ondata di ‘pulizia’ che mira alle Olimpiadi per presentare al mondo una città senza questi problemi“. Secondo il perito Onu Gehad Madi, “abbiamo già visto episodi simili durante i Mondiali del 2014 e ora chiediamo che il fenomeno venga subito corretto per evitare che si ripeta”.
Secondo l’Onu, infatti, esiste un accanimento della polizia nei confronti dei bambini delle favelas, e chiede ufficialmente al governo brasiliano di intervenire sulla questione, con l’approvazione immediata di leggi che proibiscano la detenzione arbitraria dei cosiddetti meninos de rua, i bambini di strada. La risposta ufficiale arriva dalla segreteria di Pubblica Sicurezza, che sottolinea come Rio de Janeiro sia una delle città che ha evidenziato uno dei maggiori decrementi del tasso di uccisioni di bambini dell’intero Brasile, se si prende in considerazione l’ultimo quindicennio. Una questione che si ripropone ciclicamente, quando al Brasile ‘tocca’ l’organizzazione di eventi che la mettono sotto gli occhi del mondo.